La vicina infame “scozzese” esiste ma… per coincidenza… non è scozzese.

La signora è francese, pure con la bandiera al balcone e per mia sfortuna, relativa rispetto ad altri, abita di fronte a casa mia.

Ci tengo a precisare che ho specificato che sia francese perché vedrete che è “importante” e lei non fa altro che dirlo, come fosse qualcosa di speciale e di cui tutti dovrebbero avere un particolare rispetto. Una cosa strana, come la bandiera al balcone.

Fin dal trasloco è stato evidente che qualcosa non andasse (troppe urla, casini, cose che non si sentono facilmente qui) ma ora è ovvio che sia un problema. E sottolineo per più di cinquanta famiglie.

La (poco) gentile signora ha infatti tre bambini e tanto per cambiare, con tale genitrice era ovvio che non potessero essere degli angeli o comunque civili.
Ogni giorno, per almeno tre ore e in orario critico (urla iniziate alle 14:26 oggi, ero al computer e ho guardato) i figli della francese strillano come i pazzi e fanno un casino tale (urla disumane, radiolina sulla quale cantano a voce altissima e giocattoli rumorosi) che tante altre persone non fanno che uscire e riprendere questi bambini indemoniati (soprattutto la bambina più grande) che rispondono in francese, ridendo, battendo i piedi e urlando ancora più forte, spesso chiamando la madre per difenderli.

Dalla strada, eh?

La giovanissima madre risponde regolarmente affacciandosi dalla finestra e urlando pure lei. La lingua che parla è assolutamente incomprensibile e quindi dubito che si capisca qualcosa differente dai toni cafoni. Quelli però sono universali e (almeno per ciò che comprendo) viene regolarmente mandata a fanculo e lei risponde ridendo. Esattamente come i figli.

Dalle chat di condominio (che comunicano tra loro problemi comuni) è evidente che i vicini di casa della signora non ne possono più e questi bambini sono diventati l’incubo di un palazzo intero e, quando sono fuori, del quartiere.

Nonostante le proteste, più o meno gentili, questa tizia continua a buttare i figli in strada per tre ore e sempre nelle stesse: quelle del riposo.

Chiariamo una cosa importantissima.

Dove vivo io i bambini giocano ancora in strada e spesso a pallone. Quindi che giochino e facciano rumori non solo è giusto ma normale e aggiungo salutare per loro. C’è pure un bellissimo parco proprio dietro il palazzo quindi spesso vanno lì e i loro giochi si sentono, nonostante la distanza ma… è mormale e nessuno si sognerebbe mai di protestare per la cosa.
La differenza sostanziale è l’educazione del bambino medio e l’orario in cui escono a giocare.

Le altre famiglie lasciano i loro figli uscire solo dopo le 16:30 circa, orario in cui i “vivelaFrance!” ritornano dentro la loro tana.

Ora… non so se la signora abbia bisogno di casa libera tutti i giorni a quell’orario (cavoli suoi) o se la casa sia piccola e sbatta fuori i figli per dormire (ma non penso) ma visto che oggi ho visto arrivare la polizia prevedo guai.

Le urla dalla casa oggi sono disumane e i bambini intanto continuano a dare il loro peggio.

(15:39)

Mentre scrivo uno dei due ufficiali di polizia sta sgridando i bambini (che ora non fanno tanto gli spiritosi) e intanto è arrivata una macchina sgommando. Ora il marito della madama francese sta discutendo animatamente con lui dando uno splendido spettacolo di sopraffina educazione e finezza personale, lavato d’insulti anche dai vicini.
Chissà come finirà.

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Luca

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