Abito in un grande palazzo con sei piani di appartamenti e fino a qualche mese fa avevo dei vicini al piano di sotto molto “particolari” (per fortuna non ci sono più).

La cara famigliola era composta da moglie (incinta), marito e qualche losca persona che ogni tanto ospitavano in casa.
Partendo con il fatto che urlavano in casa giorno e notte, nel corso del tempo ce ne hanno fatte di belle.

Il primo incontro con la “famiglia” è stato quando uno dei loro ospiti ha cercato di rubarmi la spesa mentre scaricavo la macchina verso l’ascensore. Il tizio in questione, quando è stato colto sul fatto, ha detto di “essersi sbagliato” e, dato che mi sembrava un barbone, ho sorvolato.

La carissima mogliettina della famiglia, invece, un bel giorno ha cercato di verniciare di mer*a il nostro ascensore (cioè, ci ha ca*ato dentro a spruzzo). Abbiamo dovuto chiamare una ditta di pulizie specializzate per pulire il tutto ed è stato orribile.

L’apice è stato raggiunto quando il proprietario (cercando di sfrattarli) ha tolto luce e gas. Hanno iniziato a vivere con candele e accese e una bombola di metano per la cucina. Un bel giorno il tubo di questa bombola a metano ha preso fuoco e ha iniziato ad andare a fuoco la loro cucina (nel frattempo c’era una bella puzza di metano in tutto il palazzo, oltre che di bruciato). Quale modo migliore di sventare un incendio se non scappando, chiudendo la porta a chiave e non chiamando nessuno?
Beh è proprio quello che hanno fatto.

Si è accorta di tutto la vicina di pianerottolo, che ha chiamato i pompieri che hanno dovuto sfondare la porta per entrare in casa.

Quegli scemi erano letteralmente scappati senza dire niente a nessuno, con la cucina che andava a fuoco e una bombola che perdeva metano.

Dopo questo evento non li ho più visti per molto tempo, fino a quando non ho parlato con il proprietario. Mi ha raccontato che in qualche modo era riuscito a sfrattarli e che il marito era in prigione, mentre la mogliettina – agli arresti domiciliari e malata di Covid – ha rapinato la Coop vicino a casa (l’articolo era uscito anche sul giornale) e per fortuna non li ho mai più visti.

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Luca

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