Storie dal vicinato

Quando la vicina infame è anche un caso umano

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I casi umani che leggo li ho tutti nel mio condominio.
Dal fissato dell’aspirapolvere al sordo che sente la TV ad alto volume, da quello che sbatte di tutto fuori al balcone a quello con i figli assatanati.

Ma ecco il “miglior” caso umano del mondo.

La single fissata con il fitness e tutto quello che può essere riconducibile allo sport. Si spacca di corse e bicicletta per mantenere il suo fisico perfetto, ma poi per fare due piani di palazzo prende l’ascensore.

Fino a qualche giorno fa sopportavamo tutto, dal suo fare spinning online sopra la nostra camera urlando i nomi delle sue allieve al sentire la TV veramente ad un volume esagerato che riesco distintamente a sentire i dialoghi e a capire che puntata de La Casa Di Carta sta guardando. Una volta ero tentata di mandarle un messaggio con scritto che alla fine sarebbe morta, così giusto per farla andare a dormire un po’ prima!
Passiamo sopra a tante cose, forse troppe.

Il 6 gennaio, però, è traboccato il vaso.

Premetto che ho una bimba di 2 anni che la sera alle 10 va a dormire e si sveglia la mattina non prima delle 9. Anche quando era appena nata aveva questi ritmi, mai un pianto di notte. Da 2 mesi è arrivata la sorellina, anche lei ama dormire. Non sappiamo neanche come piange, perché tranne qualche lamento quando ha fame non ha mai pianto.
Torniamo a noi.

A natale forse avrà ricevuto come regalo Alexa: due giorni di urla, “spegni la luce”, “metti la radio”, “accendi la luce”. Ok, ci sta.

Dicevo, il 6 gennaio l’apice della pazzia. Erano le 6 di mattina e inzia a suonare a tutto volume sulla nostra camera la sua sveglia, ho pensato che forse era a lavoro e aveva dimenticato di disattivarla. Paziento 10 minuti, invece dopo 10 minuti sento rumori che mi fanno capire che lei è in casa, spegne la sveglia e… accende la musica a tutto volume! Alle 6 e 10 di mattina, di un festivo per di più!

Aspetto altri 10 minuti. Niente sembrava che fossimo in discoteca.
Le mando un messaggio che ovviamente non legge.

Sbotto, mi metto le ciabatte e come una matta salgo sopra a citofonarle. Ho suonato 3 volte e niente, non apre. La musica si diffondeva per tutto il pianerottolo.
Scendo e la chiamo al cellulare.
Questa la conversazione:

Lei: Buongiorno!
Io: Buongiorno mica tanto, puoi abbassare un po’ la radio?
Lei: Che cosaaaaa? Prontooo??? Alexa abbassa il volume!
Io: Puoi abbassare la radio che sono le 6:30?
Lei: Perché, si sente?
Io: Ti ho citofonato due volte e non hai sentito neanche il campanello. Direi che sì, si sente!
Lei: Eh, ma mi stavo asciugando i capelli.
Io: Non credo sia necessario riuscire a sentire la musica mentre ti asciughi i capelli alle 6:30 la mattina.
Lei: Ma io mica dico niente quando sento le tue bimbe piangere!
Io: Oh cavolo ma tu dimmelo quando le senti, che le spengo!
lei: Sento anche i vicini litigare sempre!
Io: Anche io vivo anche sotto di loro, ma hanno le figlie adolescenti ed è quasi comprensibile. A 50 anni uno spera che si abbia un po’ di buon senso per capire che la musica non si tiene così ad alto volume alle 6:30 di mattina.
lei: Ehi, guarda che io non ce l’ho con te!
io: Buona giornata!

Ieri sera alle 23 musica di nuovo ad alto volume. Che devo fare?

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Luca

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