Nel mio quartiere la raccolta differenziata è diventata una religione.
Non per tutti.
Solo per alcuni.
Il problema è che questi “alcuni” si sono autoeletti guardiani morali del bidone.
Il più attivo è il signor Claudio, interno 5, piano rialzato.
Ha una competenza ossessiva su codici dei materiali plastici e su cosa sia davvero compostabile. Non butta mai nulla durante il giorno.
Lo fa di notte, quando nessuno può vederlo sbagliare.
Ma se tu sbagli… lo sai.
Non direttamente, eh.
Lo scopri tramite biglietto anonimo, oppure peggio: esposizione pubblica del tuo sacchetto.
Una mattina ho trovato il mio sacchetto dell’umido tirato fuori dal bidone, con un foglio attaccato sopra:
“Questa non è plastica compostabile.”
Firmato nessuno.
Ma la calligrafia era quella da stampatello tecnico, tutto maiuscolo, perfetta.
Claudio. Sicuro al 100%.
Da lì è iniziata una specie di guerra fredda.
Ogni volta che buttavo qualcosa, mi chiedevo se fosse “bidonabile” o “contestabile”.
Mi documentavo.
Confrontavo codici.
Un giorno ho passato dieci minuti a decidere dove andasse il cartone della pizza con l’angolo unto.
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