L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Ossessionato da me

Vi narro la storia assurda fra me e il mio VDI che va avanti da anni ormai. Andiamo in ordine cronologico. Sarà lungo e spiacevole, ma devo raccontarlo.

2008. Non ero ancora sposato con mia moglie, eravamo fidanzati da parecchio.

Ci saremmo sposati circa 6 mesi dopo e stavamo iniziando ad arredare casa. Un giorno arrivano i divani nuovi. Presi dall’euforia pensiamo bene di “farci un giro” per festeggiare.

Nel momento migliore suonano alla porta. Erano circa le 23. Nudo, ovviamente, non apro e chiedo chi è. Il VDI inizia a lamentarsi che ho parcheggiato l’auto troppo vicina al suo posto (abbiamo i posti auto a schiera, l’uno accanto all’altro) e che ha avuto difficoltà ad entrare nel suo. Basito, visto l’orario e la situazione, rispondo che starò più attento.

2011. Sabato pomeriggio. Sono a casa in relax e inizio a sentire voci alterate dalle scale. Apro la porta e scendo al piano terra, luogo del diverbio.

La situazione è assolutamente paradossale. Il VDI urla contro la vedova diabetica 71enne dell’appartamento al pianterreno, perché pretendeva che qualcuno rimuovesse alcuni oggetti dal sottoscala (la signora era rimasta vedova da un paio di mesi, ed aveva depositato lì alcune cose del marito morto in attesa di liberarsene).

Ecco un altro VDI:   La mal(educazione)

Senza pensarci due volte, visto che la signora stava chiaramente per sentirsi male e svenire lo spingo fuori dal portone, anche piuttosto bruscamente. Una volta fuori provo a spiegare che urlare così con una donna anziana e malata non era una buona idea. Mi risponde di farmi gli affari miei e che se gli avessi messo di nuovo le mani addosso avrebbe chiamato la polizia.

Lo fanculizzo (scusate, era l’unica cosa da fare) e me ne rientro per tentare di calmare la signora.

2013. Mia moglie è incinta della nostra prima figlia. Da qualche giorno il suddetto VDI aveva iniziato a mettere un vecchio pneumatico appoggiato alla sua portiera, in modo da evitare i colpi della mia quando aprivamo.

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