Ho sempre avuto vicini decenti, tranne in un caso che voglio raccontarvi e nel quale anch’io ho fatto il vicino infame, per legittima difesa.
Avevo uno studio fotografico al pian terreno.
Un inquilino del 4° piano era uno che entrava e usciva di galera: è lui il vicino infame.
Per un certo periodo ha tenuto un cane lupo che portava a fare i suoi bisogni solo al mattino.
Poiché il cane era molto impaziente, lo lasciavano scendere nell’androne e per mezz’ora, finché il suo padrone non scendeva, da quell’androne non poteva passare nessuno poiché il cane era veramente incazzoso, impedendo anche a me di aprire il negozio dal retro.
Appena il cane veniva portato fuori sulla strada, poveretto, non ce la faceva più e defecava regolarmente davanti al mio negozio.
Furono inutili i numerosi inviti a portare fuori il cane più sovente in modo che reggesse i 50 metri che ci separavano da un giardinetto adatto allo scopo.
Una sera che ero andato nel negozio dopo cena a sbrigare delle faccende, fui preso dall’incontenibile voglia di andare in bagno.
Il negozio disponeva di un cesso nel cortile e quella sera pioveva a dirotto e non volevo attraversare il cortile inzuppandomi tutto, per cui feci i miei bisogni in un sacchetto di plastica della spesa.
Finito il mio lavoro presi con me il sacchetto per andarlo a gettare nel cassonetto.
Ora, scusate i dettagli, ma sono importanti, mi accorsi di aver fatto uno stronzo unico enorme e lì scattò il genio, lo gettai (senza sacchetto e carta igienica, sulla prima rampa delle scale.
Quando arrivai al negozio il giorno dopo, c’era la folla inferocita degli inquilini che pensava fosse stato il cane e che inveiva contro il suo padrone.
Da quel giorno il cane venne portato a fare i suoi bisogni più volte al giorno ai vicini giardinetti
Lascia una risposta