Riflessione del martedì mattina.
Dopo un lunedì sera allietato da un paio d’ore di Play Station in Dolby Surround sopra la mia camera da letto, sono andata a dormire con le galline e mi sono addormentata lo stesso, ed ha avuto durata limitata da quanto mi ha riferito il mio compagno che è venuto a dormire dopo di me, per cui non mi lamento.
Ho 32 anni, ho passato tutta la vita in condominio con i miei genitori prima (essendo separati, 2 appartamenti diversi) e poi con il mio quasi marito, da quando ne ho 25, prima in affitto e poi come proprietaria, sempre in due contesti diversi, uno più nuovo e uno più datato.
Ora io mi chiedo come sia possibile che nella mia vita precedente di figlia a carico, in condomini diversi più o meno vecchi, non abbia mai subito alcun disturbo da parte di un vicino. Nessuno screzio o battibecco, niente di niente. Rumori molesti, se così si possono definire, una qualche cena sporadica dell’inquilino di sotto, ma ben lontane dal potersi definire moleste.
Vado a vivere da sola, il tracollo: gli urlatori, il tossicodipendente, i bambini allo stato brado, il traghettino con l’officina abusiva in garage, i sordi che ti ascoltano Barbara D’Urso a volume 1000 sopra la testa, il precisino che vuole il cancello perennemente chiuso (manuale) ma ti riempie il pianerottolo di rusco e ciabatte.
Ma che cavolo è andato storto? Che negli anni sia cambiata giusto un pochino la società e la risma delle persone? Oltre giustamente alla sfiga cosmica che da sempre mi contraddistingue come persona?
Lungi da me esprimere giudizi universali ma data la mia personale esperienza, la riflessione è doverosa.
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