Il mio vicino da incubo era la famiglia del piano di sopra del vecchio appartamento dei miei.
Condominio formato da 4 palazzine da 8 piani, di cui 2 a doppia scala. Noi vivevamo al quarto piano di una di quelle a scala singola. 5 appartamenti per piano.
Non ci si conosceva tutti: di 40 famiglie della mia palazzina ne conoscevo forse 15, con alcune si era in confidenza, con gli altri a malapena ci si salutava quando ci si incontrava in atrio.
Dopo alcune vicissitudini, nell’appartamento al piano di sopra arriva una famiglia inizialmente composta da lui, lei, figlia di 3 anni e cane (enorme, un pastore di qualche genere, enorme ma due occhi da pesce lesso, succube della bambina all’epoca 3enne).
A una certa lui perde il lavoro, lavora solo lei. Lui scappotta di brutto, probabilmente beve o fa uso di sostanze, fatto è che scappotta.
Un pomeriggio non so cosa gli sia preso e si compra un impianto stereo di quelli super, lo prova a palla con la musica che si sentiva dal quinto piano al piano terra. Lei dopo poco torna a casa e inizia ad urlargli di tutto, lui sulle prime le urla di rimando, poi la bastona e per chiudere il discorso distrugge lo stereo fracassandolo a terra e urlando: “Ecco, 1 milione e mezzo buttato, contenta?” (C’erano ancora le lire).
Lelia
Vivo in paesetto tranquillo, casa di proprietà e rumori zero. Vicini? Tutti troppo educati: sono in Paradiso a pregare per noi..