Questo episodio è successo la scorsa estate a giugno.
Vado a trovare mio nipote e mia sorella.
Quando arrivo, insieme a mio nipote di 7 anni, c’è un suo amichetto di scuola. Mentre i due bambini continuano a giocare in camerata, io e mia sorella andiamo a prenderci un caffè in cucina, per passare un’oretta insieme.
Mentre stiamo chiacchierando allegramente, suonano al citofono, quando mia sorella risponde al citofono, sente un urlo assurdo di una donna che urla “aiuttooooooo avete colpito il sig. Mario (nome di fantasia)“. Li per li mia sorella non capisce bene cosa sia successo, ma immediatamente sbianca e mi chiede di seguirla, di corsa, per andare di sotto.
Lasciamo i bambini in casa e scendiamo. Non aspetta neanche l’ascensore e fa la rampa di scale correndo e mentre le chiedo cosa sia successo, lei riesce solo a dirmi che il “sig. Mario si è fatto male, per colpa dei bambini”. Questo è quello che riesco a capire, mentre lei si precipita per le scale.
In quel momento non lo sapevo, ma il sig. Mario è un signore di circa 90anni costretto su una sedia a rotelle da diversi anni e assistito h24 da una badante: una signora di mezza età originaria dell’Est Europa. Lui, praticamente non parla, bisbiglia solo qualche parola ogni tanto, parole che lei interpreta (e non so come faccia), visto che non sembra capire benissimo l’italiano.
Appena arriviamo di sotto, mia sorella spaventatissima, chiede cosa sia successo: la badante ci sta aspettando con gli occhi fuori dalle orbite e appena ci avviciniamo questa comincia a urlare che dalla finestra sopra l’entrata del palazzo, hanno buttato un gioco e che questo è finito su un braccio del sig. Mario ferendolo “gravemente“.
Dovete sapere che il signore in questione, ha la pelle che sembra carta velina e le sue anziane braccia, proprio per questo, sono piene di lividi. In effetti, si vede che qualcosa è finito sul suo braccio e ha un’escoriazione; la pelle sembra “ritirata” e ha una rigagnolo di sangue.
La badante ha in mano un piccolo dinosauro di plastica di circa 7/8 cm e lo brandisce come se fosse un avvocato che mostra l’arma del delitto in un tribunale americano. Urla: “volevate uccidere noi“.
Mi sorella a quel punto ha una strana reazione: le passa l’ansia in un battibaleno e le sale un’incazzatura assurda che cerca di nascondere, guardandomi con la faccia di chi esclama “ma te guarda questi, a momenti muoio d’infarto e invece ha un graffietto”. Comunque, mantiene la calma e dopo aver guardato il braccio dell’anziano, si rivolge alla badante; “mi scusi tanto, ma i bambini stavano giocando con la finestra aperta, sicuramente avranno lanciato il dinosauro senza pensare alle conseguenze”. Insomma, mia sorella si è cosparsa il capo di cenere e con la testa bassa, si è scusata in modo, doveroso.
Aveva i fumi, in quel momento non avrei voluto essere suo figlio, ma si è detta e dimostrata molto rammaricata con la badante e soprattutto con il signore.
Purtroppo però ciò non è bastato a calmare la signora che ha cominciato a urlare come una matta, rimproverandoci sul fatto che non sapevamo educare i (nostri) figli e che gli stessi avrebbero dovuto finire in riformatorio.
I bambini hanno sbagliato, è vero. Loro (più tardi) avevano detto che il giocattolo era finito fuori dalla finestra per errore perché uno dei due l’aveva lanciato all’altro. Conoscendo mia sorella sapevo che si sarebbe infuriata con il figlio perché questa cosa sarebbe potuta essere potenzialmente pericolosa. Non è certo la tipa che lascia correre dicendo “sono solo bambini” ma la reazione della badante è davvero esagerata.
Quando questa ha cominciato a inveire contro mia sorella per il fatto che “non è una buona madre” e che il figlio “merita di finire in riformatorio“, lei ha cominciato a inalberarsi. Ok, cerchiamo di non esagerare, mia sorella si offre di portare il signore in casa per medicarlo, ma davanti alle reticenze della badante, dice di portalo al pronto soccorso, giusto per essere sicura che non ci siano conseguenze di nessun genere, ma la badante se ne va incazzatissima spingendo la carrozzina e dicendo che l’avrebbe portato lei al pronto soccorso.
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