L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

L’appartamento maltese (pt. 1)

Vorrei farvi un consuntivo del condominio maltese che sto per lasciare, per tirarvi su il morale col fatto che il vicino infame è multietnico, variegato e non solo residente nel Bel Paese.

Esempio 1: coppia in crisi di calabresi (lei rinomata veterinaria), continui litigi notturni, lei sbatte lui in strada scalzo e in mutande e lui citofona a tutti per poter rientrare (poi fanno pace a letto, con grida animalesche tipo figlia di Fantozzi e marito Bongo). Succede in media due volte al mese;

Esempio 2: gruppo di uomini dal medio oriente, silenziosi e rispettosi finché uno di loro si “fidanza” con una bellissima e giovane connazionale che esercita il mestiere più antico del mondo. Pratica in auto. Sotto al palazzo. Tutti buttati fuori dal proprietario, con gran finale di urla e lancio di stoviglie da parte della tipa verso il miserabile fidanzato;

Esempio 3: coniugi polacchi artistoidi, hippie e flower power, con bambina di due anni adorabile. Carinissimi. Lei maestra di yoga che organizza corsi e realizza video… Nella mia terrazza! Ovviamente senza chiedere il permesso (ha la sua terrazza, ma evidentemente preferisce la mia). Mi ha rubato cose strane stese ad asciugare, tipo i miei calzini preferiti con Grumpy Cat e due pigiami della Lidl molto brutti, che ora indossa regolarmente come normali vestiti. È convinta che siamo amiche perché le ho prestato delle cuffie e una teglia. Disegna ovunque giganteschi mandala del caxxo con gessetti colorati;

Ecco un altro VDI:   non sono il classico vicino

Esempio 4 (e mi fermo qui): coppia di indiani (lui medico, lei infermiera) super cattolici, super tranquilli, maniaci della pulizia. Noti alle cronache del condominio per… cicliche sbronze orrende con amici connazionali. Il tutto in pieno lockdown, con coretti a squarciagola stile bollywood nel pianerottolo e gente che rotola per le scale quando arriva il corriere del take away. Pizze rovesciate, chiazze di pomodoro ovunque, bottiglie rotte, grande imbarazzo il giorno dopo.
Non piangerò, il giorno del trasloco.

Parte 2 – La mamma polacca

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