L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato, Vicini e fatti divertenti

Arturito

Non adatta a tutti: se sei un bacchettone o un puritano, meglio fermare qui la tua lettura se continui a leggere, questa è la mia storia e il motivo per cui sto cercando casa.

Finalmente un po’ di relax.

I figli sono tutti fuori: il più piccolo al compleanno dell’amichetto, la grande ha il rientro a scuola. Il marito non è in casa, a dire il vero l’ho mandato fuori da cog… da quando ho scoperto che si trastullava con una che probabilmente erano due, o forse tre (ma questa è una storia di cui, magari parlerò in seguito).

Comunque, torniamo a noi… non mi sembra vero: ho casa libera, un silenzio irreale, non so, saranno 5 o 6 anni che non mi succedeva una cosa del genere. Neanche la mandria di bufali che vive al piano di sopra sembra essere in casa. Se non ci fossero le zampette della Marty che mi ricordano che c’è anche lei, penserei  ad un sogno in cui sono da sola su un’isola deserta, ma senza il rumore del mare.

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Immagino di tutffarmi in questo silenzo e cullarmi nella quiete. Continuo a pensare a quanto sia bello restare da soli con i propri pensieri… e fantasie. Ho poche ore, i due marmocchi torneranno prima di quanto pensi e devo cercare di godere il più possibile di questi momenti di pace e solitudine. La cagnolina sale sul letto e anche l’ultimo rumore (le unghie canine sul parquet) lasciano spazio a questo momento idialliaco. Poi… pensiero stupendo…..

Decido di aprire l’armadio e riconciliarmi con Arturo. Credo siano anni che non ci incontriamo. Quasi avevo dimenticato com’ era fatto. Provo a capire se si accende, ma le batterie sono defunte da anni.

Mi alzo dal letto per cercare delle batterie nuove. Ho solo un paio di mutande, anche la sensazione di girare per casa con solo un paio di mutandine è una sensazione nuova, ormai assopita nel tempo. Cerco le batterie. Non so voi, ma in genere le batterie sono nei posti più impensabili (e improponibili) della casa. Quando le cerchi non le trovi, quando non le cerchi te le ritrovi tra le mani e il primo istinto è quello di buttarle contro i vetri.

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Niente, non le trovo,  eppure l’ultima volta che sono stata all’Ikea le avevo prese. In quel momento penso che sia l’unica cosa che compro nel negozio svedese. Cioè: uno va all’Ikea pensando di rivoluzionare il proprio arredamento, di comprare quintali di mobili in simil-legnocarton-plastificato. Pensi a come farai a portare a casa il tutto con la tua utilitaria sfigata, poi, dopo uno slalom di mezza giornata tra Jämsundamarckensredskär, Gåsgrundstuppen e… Måneskin porti a casa un pacco di pile gialle e una candela profumata alla vaniglia e cannella…

Niente, le batterie non ci sono. Sicuramente i marmocchi le avranno prese per qualche cazz di gioco. Poco male, penso subito di saccheggiare il telecomando.

Rubo le pile e torno in camera.

La Marty è ancora sul letto e mi guarda perplessa. In quel momento le dico (come se potesse capirmi): “non posso non approfittare di questo attimo”. Lei mi guarda e non capisce. Non capisco nemmeno io ma chi se ne frega: il momento è catartico…  metto le batterie e Arturo comincia a vibrare.

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Socchiudo gli occhi e respiro nel silenzio….

continua su pagina 2

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