Ho bisogno di sfogarmi e raccontare l’odissea che stiamo vivendo da oltre 6 anni. Cercherò di farla breve perché per raccontare 6 anni da incubo ci vorrebbero ore.
Tutto inizia nella primavera del 2016, quando il VDI malmena il mio gatto che passeggiava sul muro di cinta che divide le nostre abitazioni e gli rompe il bacino.
Quel giorno abbiamo avuto una brutta litigata, sfociata poi in una denuncia a suo carico che abbiamo in seguito ritirato speranzose che il gesto bastasse a fargli comprendere che non può comportarsi in determinate maniere, ma la nostra è stata una speranza vana.
Premessa doverosa per il racconto: il mio vicino è di un’etnia che reputa i cani animali impuri e quindi da eliminare.
Nel luglio 2016, mentre uscivo di casa per aiutare mia madre a portare dentro la spesa, la mia cagna esce dal cancello e saltellando allegramente per la strada si imbatte nella moglie e nei figli del VDI, anch’essi VDI.
La donna inizia ad urlare come un’ossessa chiedendo aiuto, la cagnetta lo prende come un gioco e le trotterella attorno; io finalmente l’acchiappo chiedendo scusa e mi dirigo verso il mio portone, quando ad un certo punto sento qualcosa sulla schiena e mi ritrovo a terra. Era il VDI! Mi strappa la cagna di mano e inizia a prenderla a calci.
Nel tentativo di difendere il cane mi butto sopra di lei e le botte passano su di me e successivamente sui miei familiari accorsi in soccorso (mia madre, mia sorella e mia cugina all’epoca minorenne), tutte e quattro veniamo picchiate dal soggetto che è insegnante di qualche arte marziale che attualmente non ricordo.
Mia madre è stata portata via in ambulanza in codice giallo poiché cardiopatica, io ricevo 15 giorni di prognosi dall’ospedale e le altre tutte dai 7 ai 14 giorni.
Non mi dilungherò sul pessimo operato dei carabinieri che hanno definito la questione “rissa da strada” e non aggressione perché mi si chiude la vena ancora adesso. Morale: parte la denuncia, 6 anni di costosi ed estenuanti processi nei quali sentiamo dire bugie su bugie.
Lui porta in tribunale come prove delle sue menzogne solo fotografie scattate chissà quando e nessun referto medico, sostenendo di essere stato picchiato da noi e non viceversa e che il cane lo ha morso; inoltre denuncia anche mio padre asserendo che fosse presente, ma era a lavoro in una nota fabbrica. A conferma di ciò abbiamo presentato il cartellino presenze che hanno contestato come contraffatto, a loro dire.
Nonostante ciò il VDI sostiene che mio padre da dietro il cancello ci passasse bastoni e attrezzi per picchiarlo: è assurdo che qualcuno abbia potuto pensare che questo fatto sia vero, mio padre non sarebbe mai stato dietro ad un cancello a guardare lui che ci prendeva a pugni. Nonostante avessimo tutte le prove a nostro favore (compresi 2 testimoni) il VDI viene assolto. Perché? Perché secondo il giudice non era possibile che un uomo da solo ferisse così quattro persone.
Sono sconcertata, amareggiata e molto molto arrabbiata. La storia raccontata così non può fornire tutti i dettagli necessari altrimenti vi annoierei. La persona in questione ha anche chiamato i carabinieri dicendo di aver trovato dei bossoli davanti al cancello e ha accusato noi. Le forze dell’ordine ci hanno smontato casa, ma ovviamente non hanno trovato nulla perché l’arma più micidiale che abbiamo sono i Miracle blade serie 3.
Vi posso assicurare che il VDI è riuscito a vincere una causa portando menzogne su menzogne. La morale qual è? La morale è che ho imparato che affidarsi alla giustizia non paga e che se avessi risolto la questione in altra maniera, nello stesso modo in cui lui mentendo ci ha dipinti davanti al giudice, tutta ‘sta tiritera sarebbe terminata molto prima e in maniera più economica. Che bel paese.
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