L'erba del vicino non è sempre più verde

Coinquilini, Storie dal vicinato

All’inizio pensavo fosse un caso.

All’inizio pensavo fosse un caso.
Una banana sparita. Un uovo in meno. Una birra che forse non ricordavo di aver bevuto.
Convivenza tranquilla, coinquilino educato, tutto sembrava sotto controllo.
Poi ho iniziato a notare una regolarità inquietante: tutto quello che mi piaceva durava pochissimo.

Parliamo di Marco.
29 anni, grafico freelance, fan delle zuppe bio e del minimalismo.
Nella sua mensola in cucina: due bustine di tè verde, una scatola di quinoa e una confezione di semi di lino mai aperta.

Nel mio spazio: speck, formaggi, salsa tartufata, yogurt, birre.
Tutti ingredienti che – per qualche motivo – iniziano a finire troppo in fretta.

Una sera torno e noto che la mia burrata è sparita.
Interrogatorio soft: “Oh, hai visto la burrata?”
Lui, calmo: “Ah no, io non tocco i latticini… mi gonfiano.”
Risposta troppo precisa.
Io non avevo nominato “latticini”. Solo “burrata”.

Da lì inizia la fase investigativa.

Segno le date sulle confezioni.
Faccio foto agli interni del frigo.
Arrivo perfino a pesare il barattolo della Nutella con la bilancia da cucina.

Ecco un altro VDI:   Vicini da incubo famosi

E il colpevole… colpisce sempre di notte.

Un cucchiaino sparisce.
Un salame si accorcia di 4 cm.
Una birra – l’unica rimasta – è stata sostituita con una lattina piena d’acqua e richiusa con cura maniacale.

Lo affronto.
Sguardo sereno.
Mi dice: “No figurati, se vuoi dividiamo le cose. Ma io non ho preso nulla.”
Con la voce di chi potrebbe rubarti l’anima e ridartela stirata.

Allora passo al contrattacco.
Compro un vasetto di hummus e ci metto dentro una generosa cucchiaiata di senape al peperoncino.
Etichetta: “Per me – NON TOCCARE”.

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