L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Arturo

Il mio racconto potrebbe essere illuminante: potreste rendervi conto che conoscete solo una parte dei pazzi che abitano il mondo. È il lato negativo dei social network e di internet in generale che mette a disposizioni di tutti informazioni farlocche che per qualcuno diventano una vera e propria religione.

Ma andiamo con ordine:

Il mio vicino Arturo (nome di fantasia) è un convinto complottista, che vede cospirazioni ovunque. Non avrei da dire nulla neanche su questo, ma sta veramente esagerando e alla prossima, utilizzerò modi non proprio simpatici. Lascio alla vostra immaginazione, onde evitare di prendere il secondo ban su FB.

Il problema del mio vicino è il contatore della corrente.

Già, un ca22o di contatore che lui, allegramente, ha staccato. Cioè questo cretino, ha il contatore di fianco al mio, in una nicchia ricavata appositamente ed accessibile a tutti i condomini con una chiavetta e si è permesso di staccarlo perché “sente che ci stanno controllando“.

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Ecco, ora la storia comincia a prendere una piega a metà strada tra l’assurdo ed il surreale ma purtroppo sono io quello che ci deve convivere.

Mi sono ritrovato senza corrente dentro casa una sera di un paio di mesi fa. Li per li non ho fatto molto caso alla cosa; pensavo un “semplice” blackout. Mi sono accorto quasi subito che la corrente era saltata solo a casa mia quando affacciandomi ho visto che c’era luce dall’altra parte della strada. Quando vado nei box per riattivare il contatore trovo il vicino e quando mi avvicino mi dice “aspetta, in questo momento stanno proprio controllando la nostra casa, cerca di aver pazienza”. Rimango stupito per un attimo e mi accorgo che Arturo ha staccato tutti i contatori dei 6 appartamenti.

Si avvicina un altro vicino, anche lui venuto a controllare cosa sia successo al suo impianto elettrico. Nel frattempo dico ad Arturo che devo riattaccare la luce, che mia moglie è in casa al buio e ho una marea di cose attaccate.

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Arturo; “si, si, un attimo” ma non si muove, rimane davanti al quadro come rincoglionito.

L’altro vicino chiede “che è successo?”.

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