Mia nonna ha 88 anni (mi manca, non la vedo da due anni…) e parlando di vicini, i miei genitori ne hanno di leggendari nella casa in campagna in cui vivono (e ne ho già parlato) stasera mi ha detto che è contenta di vivere in una casa dove non ne ha.
In particolare mi ha detto che, in questi giorni, le è venuta in mente la vicina fissata con la cucina (forse perché mia nonna sta preparando un pranzone che purtroppo potrò solo immaginare…) che preparava cose in continuazione ma… non come potreste sperare.
La signora infatti cucinava, suonava da mia nonna, e pretendeva (notate) di scambiare le cose da lei preparate con le cose fatte da mia nonna.
La tizia in questione lo faceva continuamente, ma durante le feste era allucinante. Tutto era stato originato da un primo cortese scambio di dolci che evidentemente doveva aver folgorato la vicina quanto intossicato mia nonna con il suo equivalente.
E a quanto pare la vicina non solo era (consapevolmente) negata ma faceva una spesa di pessima qualità vantandosi pure di risparmiare più degli altri e mangiare sempre bene (cucinato da mia nonna). In particolare mia nonna ricordava ancora una pizza al formaggio per la quale usava le vecchie bucce del parmigiano e che puzzava “di scarpiera”.
“Non hai idea! Mi portava la roba che manco davo al cane, o si intossicava, e poi mi diceva: mi aspetto che ricambi, passo domani!”.
Allora un giorno, stufa, mia nonna ricambiò definitivamente.
E dopo aver preparato (e se lo ricorda limpidamente) una pasta al forno carbonizzata, salatissima e con uova vecchie e un tortino di pesce mal cotto e rivoltante la tizia smise di suonarle e di portarle cose. Bastò una volta sola.
Sto pensando che mia nonna cucina divinamente. Ma probabilmente, anche nel dover fare schifo in cucina è stata una fuoriclasse che non riesco (e non voglio) immaginare.
Comunque nessuno morì o si intossicò e lei ancora se la rideva.
Se qualcuno è interessato, mi faccio dare la ricetta segreta del pranzo “azzeravicino”, magari può servire…
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