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Caro tizio inquietante del secondo piano.

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Caro tizio inquietante del secondo piano.

Una cosa vorrei dirtela. Inizialmente non sembravi tanto inquietante, forse solo un po’ fastidioso per quel tanfo di sigarette misto ad alcool che lasciavi in ascensore o sul pianerottolo dove abitavi.

Poi sei diventato inquietante quando di sera hai minacciato di chiamare la polizia perché alle nove mio padre faceva un buco nel muro col trapano. È in quella occasione che un altro vicino ci disse di stare attenti, perché eri “pazzo”, tanto da essere stato già sottoposto a TSO.

Poi la tua apparenza non aiutava. Alto almeno due metri e largo quanto un armadio, quella abitudine di dire in faccia cose spiacevoli che invogliava la gente a cambiare strada quando ti vedevano.

Gli atteggiamenti, poi, non ne parliamo: litigate con i tuoi alle 3 del pomeriggio che attiravano l’attenzione di tutti noi “normali” del palazzo.

Vivevi solo con una madre allettata e le persone ti evitavano perché non eri “tanto in bolla”, eri “pazzo”, eri “strano” e a noi “normali” facevi paura.

Poi il mese scorso vi hanno portato via, a te e a tua mamma, facendoti l’ennesimo TSO, per poi rimandarti a casa dopo poco tempo.

Caro tizio inquietante del secondo piano, te ne sei andato. E non è vero che ci mancherai, come non è vero che eri una brava persona, o più brava di altri, inoltre non sempre salutavi, e quindi di te non potremo dire nemmeno questo.

Ti sei preso una libertà che forse cercavi o forse no, per fuggire da una solitudine che forse non amavi o forse sì.

Te ne sei andato ieri, e devo dire che forse nessuno sentirà la tua mancanza.
E nessuno imparerà una lezione da quello che è avvenuto, né sull’emarginazione, né sulla solitudine, né sul sistema sanitario.

Forse avevi bisogno di aiuto o forse no. Forse eri solo una persona disturbata o forse no.

Forse, forse, forse…

Quello che sappiamo, caro tizio inquietante del secondo piano, è che ieri te ne sei andato facendo un volo dal balcone del secondo piano.

E ci hai lasciato senza parole. Tranne queste che sto scrivendo.

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