Categories: Storie dal vicinato

C’è una cosa che non capisco tutt’ora.

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C’è una cosa che non capisco tutt’ora.

Nel giardino condominiale, diversi anni prima che arrivassi io, sono stati piantati degli alberi da frutto di vario genere. Albicocche, melograni, mele, ciliegie, fichi, pesche. Insomma, roba buonissima che abbiamo praticamente a centimetro zero.

Dovete sapere che per un mio problema di salute devo mangiare tanta frutta, immaginate che bello non doverla più comprare. Non sono taccagna, ma adoro sapere da dove viene il cibo che mangio.

In questo caso, dal giardino condominiale. Sotto i miei occhi. Immagino il piacere di assaporare le pesche, le albicocche (che adoro) in estate, raccogliere le mele e prepare delle torte. No?

Si sa, i frutti maturano e per questo in una situazione normale si andrebbe giù con un bel cesto per raccoglierne qualcuno e portarlo in casa.

La nostra, però, non è una situazione normale. Per regolamento i frutti non sono possono essere raccolti perché “[…] sono per bellezza e per tutti […]”.

Ma tutti chi, visto che nessun condomino può raccoglierli?

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