L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Come ti anniento un violento psicopatico

Storia di tanti anni fa.

Mi trasferisco a vivere in Liguria.
Dopo un appartamento arredato con acqua della fogna di Calcutta riusciamo a trovare un miracoloso attico con vista monti e mare a €350 mensili. già mi sarei dovuta fare 2000 domande, ma ero giovane e ingenua.

Il condominio aveva due proprietari.
La proprietaria di casa mia aveva l’attico che affittava ed un piccolo appartamento dove stava una signora anziana.
Negli altri due appartamenti ci abitavano l’altro proprietario con la moglie mentre il figlio della moglie viveva da solo nell’altro appartamento.

La proprietaria mi dice non fare caso al vicino: “È un po’ strano e tu ignoralo”..
Trasloco e due giorni dopo la proprietaria mi chiama perché il vicino in questione si lamenta dicendo che io lancio la vernice dal terrazzo per colpire la sua Porsche (un rottame che stava in piedi col fil di ferro ed un po’ di colla che tra l’altro stava ad occupare lo spazio dedicato alla nostra auto).
Scendo di sotto è effettivamente l’auto è tutta schizzata di vernice azzurra.
Spiego alla proprietaria di casa che io non sto usando vernice di nessun genere perché la casa lei me l’ha consegnata pitturata.

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Il giorno dopo vengo chiamata dalla proprietaria di casa che mi chiede di togliere tutti i gerani appena comprati perché il vicino si lamenta: i petali dei gerani volando finiscono su l’intonaco esterno della condominio e ovviamente lo corrodono.
Siamo andati avanti così per un bel po’.

Lui di notte saliva le scale e istigava il cane di modo che abbaiasse tremendamente davanti a casa mia per svegliarci.
Intanto parlo con la signora anziana che mi dice essere terrorizzata perché si è presa anche dei ceffoni da questo tizio.
Incontrandolo sulle scale parlo con il ragazzo, figlio della moglie del pazzo, che mi dice: “Il marito di mia madre è violento, io sto in questo appartamento ma me ne vado quanto prima”.

Una mattina ci svegliamo e non abbiamo più la luce nel palazzo perché questo simpatico signore, non riconoscendo l’amministratore, decide di contattare il servizio di fornitura elettrica e di intestarsi il contatore condominiale e autoproclamarsi amministratore.

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Ovviamente per non pagare la bolletta e lasciarci tutti al buio.

All’inizio ci siamo divertiti tornando tardi la notte e facendo cadere di tutto davanti alla sua porta di modo che il cane desse di matto e li svegliasse, poi la cosa ha cominciato a farsi sempre più fastidiosa.

Ho pensato che ci voleva un’idea geniale.

Parlo con i vicini del quartiere e mi dicono che quest’uomo è diventato proprietario di queste case con delle truffe avvenute attraverso il lavoro, che aveva a che fare con le aste dei poveracci che perdono la casa.

Che presto o tardi sarebbe finito in galera.

Torno in casa.
Prendo l’elenco di quello che allora erano le pagine bianche.
Cerco la pagina con tutti gli psichiatri della città.
Scendo e io e il mio metro e 58 suoniamo al campanello.
Esce questo e mi dice: “Che c**** vuoi?”
Io con la vocetta dolce e tenera dico: “Nulla di particolare, le lascio l’elenco di tutti gli psichiatri in città. Resto qua fuori ad aspettare fino a quando non ha deciso quale può essere di suo gradimento e si decide a chiamarlo e da qua non mi muovo”.

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Iniziano gli insulti, poi gli spintoni.
Io mi ero premunita e avevo il numero delle forze dell’ordine pronto da chiamare.

Faccio partire la chiamata con lui che mi spintonava giù dalle scale e io che urlavo.
Lascio l’indirizzo.

Arrivano e se lo portano via.

Poco dopo sui giornali arriva la condanna di questo bel tizio che da anni truccava le aste.

È stato via un bel po’, ma quando è tornato era un agnellino.
Naturalmente nel palazzo gli abbiamo fatto il comitato di benvenuto con gli striscioni con la scritta: “Apri bocca e torni in galera.

Sono via da quella città da tanti anni e ogni tanto mi domando che fine possa aver fatto la moglie di questo demente, che tra l’altro era una persona carina.

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