Chissà che cosa starà facendo il mio vicino Dexter.
Ci siamo lasciati con un’aura di sospetto e, contestualmente, la sensazione sempre più fondata che non sia affatto un serial killer.
Io ci spero sempre però. Possibile che il padrone di casa questa volta abbia trovato un inquilino normale per quell’appartamento?
Magari in questi giorni, mentre sono lontano da casa, Dexter escogiterà e combinerà qualcosa di eclatante lasciando, spero, almeno un testimone superstite per raccontarcelo al ritorno.
O forse sta semplicemente aspettando che torni proprio io a casa in quanto sua vittima prescelta.
Se mi ucciderà poi ve lo racconterò lo stesso, non so come, ma state tranquilli.
Il giorno prima di partire il sig. Carl Fredericksen mi ha scovato in garage mentre caricavo la macchina per partire l’indomani. Come già spiegato nei capitoli precedenti il garage è il suo territorio naturale d’azione.
In mano avevo un sacchetto trasparente con delle pinne e una maschera da sub:
⁃ lui: “Ciò, veto in ferie?” (Vai in vacanza?)
⁃ Io: “Si” – rispondo seccamente.
⁃ Lui: “Veto al mare o in montagna?”.
Cazzo ho delle pinne in mano!!!!Gialle peraltro!!! Le avrà notate no?
⁃ Io: “Né al mare, né in montagna. Attraverserò la Russia in macchina in retromarcia e proverò a invadere la Kamchatka con questo paio di pinne e delle catene da neve” mostrandogli le catene che non avevo ancora tolto dal bagagliaio dell’auto dalla fine dell’inverno scorso, tanto non mi avrebbe ascoltato come al solito e mi avrebbe chiesto e detto le solite cose.
⁃ Lui: “Ciò ma ti, xè tanto tempo che volevo chiederteo, sito el marìo dea Cengio?”(trad.: senti ma tu, era tanto tempo che volevo chiedertelo, sei il marito della sig.ra Cengio)
⁃ Io: “No e prima che me lo chieda di nuovo non sono nemmeno il vigile!”
⁃ Lui: “Ah giusto ti te sì el vigie”’ (ah giusto tu sei il vigile urbano).
Come previsto! Lui non ascolta, provo allora a confonderlo.
-io: “Si sono il marito del vigile”, ma nulla lui va avanti per la sua strada.
⁃ lui: “Gheto sentìo i bociasse che casin chi i gha fato? Tuto ‘l dì a corere e sigare con chi robi con do rue” (Hai sentito i ragazzini che confusione hanno fatto? Tutto il giorno a correre e gridare con quelle cose con due ruote – intendeva monopattini).
Avevo poche possibilità per uscire da quella situazione: stordirlo colpendolo sul collo con le catene da neve, ma avrei potuto ucciderlo, fingermi morto, ma avrebbe continuato a parlarmi, creare un diversivo tipo l’autocombustione, la vista del mio corpo in fiamme l’avrebbe sicuramente distratto, oppure, semplicemente fingere una chiamata al telefono a cui rispondere…
E così ho fatto; ho risposto al mio telefono scarico e l’ho lasciato lì da solo a parlare con l’estintore e lo spazzolone usato per le pulizie del condominio.
Visto che sono in un’altra sede vi narrerò dei miei vicini di casa qui al mare.
Vengo in questo posto da nove anni, un paesino che in un tempo passato, era solo un piccolo borgo di pescatori, nell’Isola di Korcula – Croazia.
I miei vicini di casa sono quasi tutti turisti abituali che vengono sull’isola ogni anno sempre nel medesimo periodo. E poi ci sono loro, i vecchi abitanti, pescatori che vivono qui tutto l’anno con le proprie famiglie.
Alcuni di questi personaggi, negli anni ‘90, hanno avuto un passato da militari e hanno combattuto le guerre che hanno massacrato questi territori. Alcuni sono stati prigionieri, altri, per loro stessa ammissione, carnefici agli ordini dei comandanti Franjo Tudman e Janko Bobekto.
Vi narrerò, se vorrete, di Goran il sanguinario, pescatore che tento di salutare da 9 anni, ma con faccia da sfinge guarda oltre; di Janko, energumeno che vive in una roulotte ormai non più trasportabile, parcheggiata alla fine della strada e incorporata in un abuso edilizio che ha costruito lui stesso utilizzando legno e mattoni; della coppia matrioska dove lui è il sarcofago vivente di lei, mummia (incredibilmente) vivente; della signora fluttuante col passeggino, una signora molto, molto, molto, anziana che spinge un passeggino vuoto; della strega che vive nella casa che si affaccia sulla baia ecc.
Ma vorrei iniziare da lei la vicina più bella di tutte, una turista austriaca proveniente dalla Carinzia. Una donna che ha da poco passato i “quaranta”, alta, snella, mora, occhi verdi.
Quando arriva e passa tra la gente il mondo si blocca in un effetto freeze eccetto lei che continua a muoversi sinuosa sulle note di Mystify degli INXS (il mio Spotify cerebrale ha scelto questa canzone).
Mystify, Mystify me. Stupisci, stupiscimi.
Lo fa.
Lei ci stupisce.
Cammina lungo la salita, con un’eleganza che nemmeno La miglior Naomi in passerella, prosegue sicura di se ed entra nel fetido e lercio bagno chimico.
Scalza.
Mystify.
Stupisci.
Vomito.
Ciao.
**Storia pubblicata con l’autorizzazione del genio di Massimo Atzeni
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