Elide e Orietta: racconto integrale. La mia vicina soffre di Alzheimer. Le incontro sempre quando rientro a casa e tutte le volte che saluto, Elide mi guarda e mi dice: “Chi sei?” Io rispondo sempre con un sorriso (premetto che Elide è una seconda madre per me). “Sono Orietta, ciao Elide!” Non risponde mai, se ne sta lì con lo sguardo un po’ perso ed io rientro in casa.
Questa scenda si ripete ogni giorno, tutti i giorni, da ormai qualche anno, tutte le volte che la incontro. Purtroppo… Estate 2022: ogni pomeriggio la badante la portava “di sotto”, davanti alla porta d’ingresso dove sedeva con le altre donne del palazzo a chiacchierare e rinfrescarsi con un po’ di ombra. Qualche giorno fa, torno a casa dopo una giornata estremamente stressante. Lei, come sempre sulla sua sedia all’ombra, davanti all’ingresso.
Come sempre saluto tutte le donne e poi saluto lei: “Ciao Elide”, stessa risposta di sempre “Chi sei?” Quel giorno, stufa, stanca accaldata e soprattutto un po’ stronza, le rispondo “Sono Napoleone” Elide ha un attimo di lucidità e mi risponde: “Ma vaffanculo Orietta” È partita una risata delle nonnine che assistevano alla scena, sono andata vero Elide l’ho abbracciata mentre piangevo e ridevo insieme. Lei non riusciva a capire bene cosa fosse successo, ma era felice… Ciao Elide, ti voglio bene.
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