Decido quindi di parlare con Maria, trovo una scusa banale e le dico che Michela non è a suo agio fuori casa, quindi, se vuole che le bambine stiano insieme, è preferibile che mi porti la sua. Nel frattempo anche Mario mi manda una richiesta di amicizia su Facebook. Non gli rispondo.

Un pomeriggio sto aspettando Maria e la bambina. Suonano al campanello e c’è solo Maria. La invito a entrare. In quel momento, ci sono io e i miei 2 bambini. Maria mi dice di non aver portato la figlia perché trova sconveniente che le bambine giochino insieme. Lei comincia a dirmi che ha molto pregato per me e per i miei figli e proprio durante una preghiera una voce interiore (l’ha chiamata la voce di Dio), le ha detto che non può lasciare che la sua bambina passi del tempo con una persona non sposata perché si sarebbe fatta un’idea di famiglia sbagliata e del tutto lontana dalla realtà.

Io avrei, in qualche modo, influenzato la figlia, facendole credere che il mio modello di famiglia fosse quello corretto e in questo modo avrei potuto influenzare anche i suoi pensieri allontanandola dalla fede. A quel punto Maria, si è girata e se n’è andata, mentre io sono rimasta a bocca aperta incapace di proferir parola se non un “ok, ok”.

L’idea che mi ero fatta di Maria era giusta, mannaggia all’istinto femminile… che donna schifosa. La sera non riuscivo a pensare ad altro, specie perché quelle parole le aveva pronunciate davanti ai miei figli. Sono sul divano e penso, giochicchiando con il telefono. Ritrovo la richiesta di amicizia di Mario e la accetto, giusto per dimostrare loro che non sono Satana. Poco dopo Mario comincia a scrivermi. Non accenna minimamente a quello che è successo nel pomeriggio ma parte una conversazione del tutto banale.

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