Finalmente libera! La mia vicina ha finalmente traslocato!

Mi ha torturato per anni. Per un certo tempo ho avuto con me i 2 carlini di mia figlia, all’estero per studio. Le dava fastidio il rumore delle loro unghie quando scendevamo o salivamo le scale.

Quando andavo a lavoro restavano nelle stanze di servizio con un paravento che impediva ai cagnolini di lasciarle, lontane 10 metri da quelle di soggiorno, confinanti con l’appartamento della vicina e col vano scale.

Ha tentato di farmi obbligare dagli altri condomini a sbarazzarmi dei cani, spalleggiata dalla sua cara amica. Peccato che mentre gli altri condomini dicevano di non avere alcun fastidio dai miei cagnolini, il cane della sua amica ha abbaiato rimbombando per le scale e provocando una risata generale.

Aveva l’abitudine di chiedere aiuto a mio marito anche per le operazioni più semplici (cambiare la batteria dell’orologio a muro in cucina, per esempio); la chiamavamo ridendo “la fidanzata di papà”.

Quando mio marito fu ricoverato in ospedale e io andavo a trovarlo anche ogni sera dalle 18 alle 20, mi ha lasciato un foglio incollato alla porta per comunicarmi che i miei cani avevano abbaiato. Poiché era molto strano, ho immaginato che lei avesse suonato il campanello per richiedere l’ennesimo aiuto e i cani, non abituati alla casa vuota a quell’ora, avessero reagito alla presenza di un estraneo.

Esasperata (e inc****ta) le ho appeso lo stesso biglietto con una postilla: “Mi assento da casa tra le 17,30 e le 20,30. Se non vuole rumori molesti non stuzzichi i miei cani. Se la sua pazienza è al limite, si figuri la mia. La prego di non disturbarmi più”.

Ha smesso quando nel palazzo si è saputo che mio marito era morto e io stessa, alcuni giorni dopo, ero stata operata per le conseguenze del diabete e ho avuto difficoltà di movimento quasi totale.

Si è molto stupita e offesa per l’accoglienza fredda delle sue offerte di aiuto.

Moriva dalla voglia di entrare finalmente a curiosare in casa mia (come altre vicine della sua banda).

Per i successivi 5 anni di vicinanza ho evitato anche di prendere l’ascensore con lei o di incrociarla sulle scale.

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Luca

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