La mia vicina aveva comportamenti estremamente disturbanti che ai tempi hanno avuto un impatto significativo sulla mia via e quella di altri abitanti del condominio.

Non mi posso definire giovanissimo, nella mia vita ho avuto molte esperienze, ho conosciuto molte persone, ma mai nessuno mi ha procurato lo stesso stato di ansia e angoscia che mi ha procurato la mia vicina di casa.

Era come se lei vivesse in una realtà parallela, dove urla strazianti, lancio di oggetti e violenze domestiche erano la norma. Le sue grida notturne, capaci di durare per intere ore, erano come un incubo ricorrente che infrangeva la quiete del condominio. Il suo appartamento, un tempo accogliente, si era trasformato in un campo di battaglia, con mobili sfondati, stoviglie in frantumi e porte prive di vetri.

La sua rabbia non si placava nemmeno contro gli oggetti inanimati, la notte prendeva a calci le porte degli altri condomini, fino a farli saltare dal letto. Ricordo ancora con terrore il giorno in cui ha lanciato una televisione (di quelli con tubo catodico) dal balcone del quinto piano, sfondano l’auto di un altro condomino parcheggiata sottostante.

Le urla erano spesso accompagnate da violente liti con il fratello, l’unico altro abitante dell’appartamento. Lui, nonostante fosse “relativamente sano”, era spesso segnato da lividi e graffi, testimonianze mute delle aggressioni subite.

La situazione era talmente insostenibile che i Carabinieri e il 118 erano diventati ospiti fissi del condominio. Le denunce, i tentativi di mediazione e l’intervento dei servizi sociali non sortivano alcun effetto.

Le notti erano diventate un incubo per via delle urla continue e degli oggetti sbattuti. Mi sentivo totalmente impotente di fronte a questa escalation di violenza. Sia io che gli altri condomini eravamo come spettatori inermi di un dramma che si svolgeva a porte chiuse. La mancanza di lavoro e di risorse economiche da parte dei due fratelli sembrava aggravare ulteriormente la situazione, creando un circolo vizioso di disperazione e rabbia.

Dopo due anni di lotte inutili e di notti insonni, ho preso la difficile decisione di cambiare casa. Un atto di resa, ma anche un gesto di amore verso me stesso e la mia salute mentale. Ancora oggi, a distanza di anni, mi capita di svegliarmi in piena notte sognando le urla che mi hanno tenuto sveglio per 2 anni ininterrottamente.

Oggi so che la situazione, non è affatto migliorata, anzi, di recente ho saputo che ha parzialmente distrutto il suo appartamento cercando di dargli fuoco.

Questa cosa, mi lascia un senso di amarezza e impotenza: le istituzioni, fino ad oggi non sono pervenute e lei è libera di far del male a se stessa e agli altri.

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Vicino

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