Sara era il tipo di coinquilina che non ti dà mai un motivo concreto per litigare.
Gentile, ordinata, sorridente.
Ma con una passione non dichiarata per il controllo silenzioso.
Io ho un rituale fisso: doccia + musica.
Sempre con lo speaker bluetooth.
Volume medio, playlist decente, niente di strano.
All’inizio tutto ok.
Poi, dopo qualche settimana, inizia il sabotaggio sottile.
Metto i Radiohead, entro in doccia, lavo i capelli…
e all’improvviso parte Gigi D’Alessio.
Prima penso di aver fatto partire qualcosa per sbaglio.
Poi succede di nuovo.
Stavolta metto i The Cure… e a metà canzone parte un podcast di crescita personale:
“Sei un guerriero della luce. Abbraccia il tuo potenziale.”
Nudo, fradicio, e pure giudicato.
La prima volta penso sia un bug.
La seconda penso sia Spotify che impazzisce.
La terza ho capito: Sara.
Non lo fa davanti.
Non chiede di abbassare, non dice “cambia musica”.
Collega il suo telefono allo speaker mentre sono sotto l’acqua e manda in onda la sua verità.
Musica lounge, mantra tibetani, cover acustiche dei Linkin Park.
Una volta ha messo canto delle balene.
Lì ho capito che non stava scherzando.
Provo a parlarle, in modo leggero.
“Ehi, capita che la musica cambi mentre faccio la doccia… magari ti colleghi per sbaglio?”
Sguardo innocente:
“Ah ma no, io nemmeno so come si fa… sarà lo speaker, a volte fa da solo.”
Lo speaker. Che fa da solo.
Con lo yoga chill vol. 3.
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