L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Goody

I problemi arrivarono poco dopo: seppi da mio cugino che i “padroni di Flipper” (questo era il suo vero nome), lo cercavano ovunque e che avevano anche fatto dei manifesti in cui si diceva che il cane era stato rubato. Offrivano una ricompensa per il ritrovamento, avevano messo la cosa in modo da suscitare pietà, dicendo che si trattava del cane della loro bambina; che lei piangeva disperata. C’era poi una foto del cane, un numero di telefono e una mail per chiunque avesse notizie. Mi cugino mi mandò le foto dei volanti che loro avevano appeso in paese.

Un giorno aprii una “disposable mail” (servizio mail anonimo n.d.r) e scrissi ai padroni del cane:

“io sono quello che ha rubato il vostro cane. L’avete lasciato al freddo, senza cibo, senza acqua, pieno di pulci e zecche, senza un riparo, chiuso in uno spazio minuscolo e adesso lo cercate? Vergognatevi. Il cane ora sta benissimo, è  amato e curato. Mi auguro che non vi venga in mente di prendere un’altra bestia per tenerla in quelle condizioni, a proposito, le bestie siete voi e non l’ho rubato; gli ho salvato la vita.

Nel frattempo Goody era stato portato dal veterinario. Le sue condizioni erano devastanti: pieno di pulci, zecche dentro le orecchie, sul contorno occhi, denutrito e con il pelo che veniva via a ciuffi. Il veterinario ci disse che probabilmente sarebbe morto di li a poco se non l’avessi “trovato per la strada”.

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I miei si diedero tantissimo da fare per riuscire a rimetterlo in forma e dopo circa 4 mesi, era un altro cane! Ho rischiato grosso: se avesse avuto un microchip, sarebbero stati guai, ma sia io sia mio cugino, eravamo sicuri che i vicini erano troppo ignoranti e menefreghisti. Probabilmente quel cane non aveva mai visto un veterinario prima di allora. Accettai il rischio quando lo presi.

Non hanno mai avuto sospetti su mio cugino che ha sempre fatto il finto tonto, un po’ impaurito del fatto che quella notte, qualcuno avrebbe potuto vederci e non vi dico il sollievo quando, dopo la prima visita, fu chiaro che non era microchippato.

Goody ha passato la sua vita con me e ancora oggi, nonostante sia piuttosto anzianotto, è il mio compagno di tutti i giorni.

So che avrei potuto agire in modo diverso, segnalare le condizioni del cane alle autorità competenti, ma ero molto giovane, impaurito e soprattutto non sapevo che fine avrebbe fatto il cane. Sono un ladro? Si, ok, ma sono felice di esserlo stato, almeno per una volta in vita mia.

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Sapete cosa spero? Che i padroni di Flipper si riconoscano in questa storia, che facciano parte del gruppo e che abbiano le palle per dire cosa hanno fatto. E no, non si chiama Flipper si chiama Goody e sta con me da anni!!!!!

  1. CieloDuro

    Quando non si conosce la differenza fra un essere vivente ed un Tamagotchi…

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