Sono perfettamente consapevole che la mia storia scatenerà un inferno e mi preparo ad una “shitstorm” senza precedenti. Non mi importa, ho deciso di raccontare quello che è successo e ne vado fiero, ancora oggi. Lo rifarei altre mille volte, pur consapevole che il mio è stato un reato.
Non dirò nè dove nè quando i fatti si svolsero, in modo da non dare punti di riferimento su quella che potrebbe essere un’eventuale prescrizione, però posso dire che successe in un paese dell’alta Italia, un freddo inverno.
In quel periodo, mia madre doveva essere operata per un problema piuttosto serio ed io fui mandato dai miei zii, così papà poteva starle vicino nei 2 mesi che precedettero l’operazione (poi tutto andò bene e non ci furono conseguenze).
Avevo 16 anni e dai miei zii mi trovai benissimo. Persone fantastiche che ancora oggi fanno parte della mia vita, insieme a mio cugino Marco, un anno più di me, che in quel periodo mi fu molto vicino.
I vicini di casa dei miei zii avevano un piccolo recinto nel quale tenevano un cagnolino, un cucciolo bellissimo, tipo volpino. Quando passavo non potevo fare a meno di chiamarlo. Lui si avvicinava alla rete ed io infilavo le dita per accarezzarlo. Il posto in cui era chiuso era minuscolo. La ciotola del cibo era vuota, in quella dell’acqua c’era un filo di acqua putrida. Il cucciolo era infreddolito e sporco.
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