Mia madre sorrideva, mentre la tizia continuava a delirare cercando di liberarsi della presa, ricordo che la maglietta si stava strappando, cercava di colpire mamma con i calci all’indietro, ma come ho detto lei era una furia e la vicina mingherlina era bloccata.

Passarono minuti o forse ore, interminabili (non so dire quanto), io ero molto impaurita e rimanevo da parte con la paura che potesse succedere qualcosa: che la vicina potesse in qualche modo far male a mamma. Dopo un po’ arrivò la polizia con le sirene spiegate. Ai tempi, si prendevano molto seriamente queste cose: era stato da poco rapito dalle B.R. un Generale americano (Dozier n.d.r.) e l’Italia intera era con il fiato sospeso. Quando i poliziotti arrivarono mamma teneva ancora la vicina per la maglia e la lasciò solo quando furono i poliziotti stessi a chiedere di lasciarla.

A quel punto, la vicina si avvicinò a loro dicendo che eravamo delle Brigate Rosse e avevamo provato a sequestrarla…. ma eravamo tra la porta di casa ed il cancello d’ingresso, nella nostra proprietà. Mamma spiegò che avevamo acquistato casa da poco e che la signora si era introdotta nel nostro giardino per origliare alla nostra porta. Ne seguì un batti e ribatti durante il quale la vicina diceva ai poliziotti che avevamo armi in casa, droga e traffici illeciti.

Ricordo come se fosse oggi la faccia della vicina, quando uno degli agenti intervenuti le chiese “e lei come lo sa?”

Questa non riusciva a rispondere e si barricava dietro: “deve essere così per forza, guardate che facce, io certe persone le sento”. Ero una ragazzina, in quel momento spaventata e impaurita e questa tizia diceva che avevo la “faccia da terrorista!”

Tutto finì con una denuncia che i miei portarono avanti e che si concluse con una condanna per “violazione di domicilio”. Per gli anni seguenti, tutte le volte che la vicina ci vedeva ci diceva “brigatisti” e mamma rispondeva come solo lei sapeva fare, con un bellissimo “ma vaffanculo!“.

Non so bene cosa successe dal punto di vista legale alla signora ma di sicuro non si avvicinò mai più a noi. Nel 1990 poi, cambiammo casa e ci trasferimmo. Voglio ricordare questa cosa perchè  il 20 marzo, saranno 2 anni che mamma non c’è più, uccisa dal Covid….

Della vicina non ho mai saputo niente, ma… se è viva, oggi, credo abbia 100 anni, spero sia ancora viva e che ricordi mia madre anche lei, anche se, probabilmente, non con lo stesso amore con cui la ricordo io.

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Vicino

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