Anni 80, ero una ragazzina, ma ricordo bene…

Io e i miei i ci eravamo trasferiti da pochi giorni un una casetta davvero molto bella, considerando che prima, i miei abitavano in un grande palazzone.

Poco dopo esserci trasferiti in questa villetta, un giorno aprendo la porta di casa, mia mamma si trova davanti la vicina. Questa aveva aperto il cancelletto ed era arrivata davanti alla porta di casa.

Si era messa a origliare con l’orecchio appoggiato alla porta per capire chi fossimo e come mai eravamo li.

Quando mamma aveva aperto la porta, la tizia aveva fatto finta di niente, di era girata e stava per andarsene ma… era dentro la nostra proprietà e non aveva fatto i conti con mia madre: personcina non tenera che, quando “strabuzzava gli occhi” faceva paura al mondo!

Mamma le aveva chiesto come mai fosse nella nostra proprietà e chi le aveva dato il permesso di entrarci. Lei aveva risposto che era venuta a controllare: “conosco ogni singola persona in questo quartiere e voi non siete di qui, conosco la gente come voi” era stata la risposta. Come ho detto, mia madre non era affatto una persona che si faceva intimidire: forte e combattiva, aveva preso la vicina per la maglietta (dietro) mentre questa cercava di uscire dal cancello. “Lasciami andare, vado a chiamare i carabinieri”.

Mia madre non mollava la presa e le disse: “no, tu aspetti qui, perché la polizia adesso la chiamo io”. Ricordo che era pieno inverno e la vicina indossava dei pantaloncini corti, sopra i ginocchio aderenti e una maglietta che mamma stava usando per tenere la vicina. Faceva freddo e lei aveva cominciato a lamentarsi proprio del freddo mentre mamma continuava a tenerla e aveva urlato a mio fratello maggiore di chiamare la polizia.

La vicina provò diverse volte a divincolarsi, convinta che mia madre la lasciasse andare, ma lei non mollò… Aveva detto a mio fratello di spiegare all’operatore del 113 che “un intruso era entrato in casa nostra e che l’avevamo bloccato“. La signora continuava a urlare che “gli intrusi eravamo noi, che non avevamo nessun diritto di stare li, che avevamo occupato una casa vuota, che eravamo dei terroristi”.

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Vicino

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