Insomma, passano un paio di settimane e Jessica e Ivano continuano le loro partite solitarie a UNO finché non arriviamo a metà dicembre… Natale si avvicina, e a UNO si aggiungono altri 89 numeri. Sapete cosa significa?
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– “AMBOOOOO”
– “AOH, è uscito il 77?”
– “E GAMBE DELLE VECCHIEEEE”
– “QUATERNA”
– “AOOOOHHHH”.
E che fai, gli vai a sfracassare il sacchetto con tutti i numeri dentro sotto Natale? Eh no, a Natale siamo tutti più buoni, a Natale puoi e a Natale li mortacci tuoi.
Ma il peggio non è ancora arrivato.
Dai loro discorsi, sempre a tutto volume (quindi pur non volendo origliare, siamo resi partecipi di ogni loro conversazione), veniamo a scoprire che entrambi vengono da due paesini di provincia fuori Roma, e ciò che è peggio è che le loro rispettive famiglie verranno a stare stabilmente da loro per Natale causa coprifuoco.
In quei giorni è tutto un viavai degli omini dell’Ikea che venivano a portare e a montare (montavano i mobili davanti all’ascensore intasando tutto) brandine, divani letti e roba così.
Insomma, non sarebbero stati più due ma centomila dal 20 dicembre al 6 gennaio.
Credo di aver assistito ad una media di 15-20 partite a tombola giornaliere (e anche a quelle ad UNO che non sono mai state realmente interrotte). Ogni notte fino ad almeno le 2, però ho deciso di beatificarmi e sopportare.
D’altronde era Natale.
Le famiglie si erano fatte 40km per stare con loro, e lasciamoli divertire un po’, poverini.
Col coprifuoco alle 22, appena se ne andranno i parenti tornerà la calma di notte.
Pensavo.
Che sciocca che ero.
P.S.: prima che mi veniate a dire che la provenienza non c’entra nulla, per puro caso, un anno dopo le avventure che sto raccontando mi hanno trasferita a lavorare precisamente nel paesino di provenienza dei Buzzurri e vi posso giurare che sembrava popolato solo dai loro cloni! Tutte le ragazze avevano i capelli neri e piastrati lunghi fino al sedere, tatuaggi e pancia scoperta pure d’inverno con anellini e piercing ovunque. E i ragazzi erano tutti esattamente come lui…ricoperti di tatuaggi pure in faccia, rasati, vestiti da poco più che senzatetto e si esprimevano in modi estremamente simili.
Coincidenze? Io non credo… e no, non era Tor Bella Monaca.
Leggi l’Episodio Pilota
Parte 1: La partita a Uno
Parte 2: Jessica e Ivano
Parte 4: Le minacce
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