Le vacanze di Natale passano in un susseguirsi di incubi e insonnia.
Urla e feste tutte le sere, tanto amici e parenti dormivano là (siamo a Natale 2020, quando alle 22:00 c’era il coprifuoco), tombolate, petardi scoppiati in terrazza e un cane isterico portato dai cognati che abbaiava ad ogni singolo movimento dell’ascensore. Qui sono 6 piani, con 14 appartamenti, quindi fatevi il conto di quanta gente prenda l’ascensore ogni giorno e pure la sera.
E no, non ce l’ho con i cani. Anche quelli di fronte, quelli di sopra e quelli di sotto hanno rispettivamente un labrador ciascuno e non li ho mai sentiti abbaiare una sola volta, tanto che pensavo fossero imbalsamati all’inizio.
Insomma, stavo facendo il conto alla rovescia con il 6 gennaio, così che tutta la sagrada familia se ne andasse a fanc… e avrei ritrovato la pace.
E invece no!
A metà gennaio succede il fattaccio. Invitano per l’ennesima volta i cognati con cane al seguito e passano la serata a urlare per non so che partita, ad abbaiare, imprecare e fare un casino mai visto. Ben oltre mezzanotte. Io, non vedendo una luce in fondo al tunnel, decido che mo basta!
Gli busso un paio di volte al muro divisorio sperando che la smettano, ma niente. Allora aspetto che i loro ospiti se ne vadano e torno a suonargli al campanello (non volevo farlo davanti ai cognati per non far fare loro una figuraccia). Ancora una volta non aprono e chiedono cosa voglio. Gli chiedo se per favore possono uscire un attimo così da poter parlare con calma.
Esce la Buzzurra avvolta in un maglione larghissimo (dettaglio utile ai fini del racconto) e cerco di spiegarle con calma che i muri purtroppo sono sottili e che sentiamo tutto, dai loro discorsi alla loro caciara e che quindi dovremmo venirci incontro perché tutte le vacanze mi sono sorbita tombole, urla e giochi e va bene perché erano le feste e stavano in famiglia, ma se deve essere così tutto l’anno bisogna capirsi.
Lei comincia a sbuffare dicendo che non possiamo rompergli i coglioni per “una volta che hanno amici a cena”. Io sorrido e cercando di sdrammatizzare, le dico che non è una volta, sono settimane, e che forse non si rendono conto di quanto parlino forte e che li avevo anche registrati per ridere e che potevo farle ascoltare quanto forte li sentissimo.
Non l’avessi mai detto. Lei comincia a urlare fortissimo che mi ammazza, che mi denuncia, che sono pazza e che come ho osato in casa mia, registrare lei e che ho violato la sua privacy (non mi sembrava che le interessasse della sua privacy mentre urlava i fatti suoi a voce altissima).
Al che esce il Buzzurro che si avvicina minaccioso e prende a panzate il mio fidanzato cominciando a urlare:
– AOH, AOH, TE SPIEGO NA COSA, NUN TE DEVI PIU AZZARDÀ A VENIMME A BUSSÀ SENNÒ PIJO ‘N ACCETTA E T’AMMAZZO! HAI CAPITO?? AOHHH, TE SPACCO DE QUA, TE SFONNO DELLÀ.
E via discorrendo con altre scimmiesche amenità.
Se non avessi avuto paura della veridicità delle minacce, visto il soggetto, la scena sarebbe stata anche comica visto che il mio fidanzato è alto 1,90 mentre il buzzurro a malapena gli arrivava al mento e la panza lo precedeva di un bel po’.
Noi increduli, perché stavamo parlando educatamente, non li avevamo insultati né niente. Stavamo solo cercando una soluzione sperando di poterci parlare.
La Buzzurra intanto continua ad urlare istericamente e fra tutti e due, decido che forse è meglio chiamare la polizia, visto che comunque si trattava di minacce di ammazzarci solo per aver bussato.
Leggi l’Episodio Pilota
Parte 1: La partita a Uno
Parte 2: Jessica e Ivano
Parte 3: Natale
Parte 5: Il lieto evento
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