Vivo in un contesto di corte comune.

Abbiamo due coppie di vicini che sono il top: loro la legge se la scrivono da soli.

Non mi salutano più dopo che LORO sono andati dai carabinieri convinti di poter mettere la loro macchina davanti il mio cancello ostruendomi il passaggio: volevano che io bussassi alla loro finestra della cucina tutte le volte che dovevo uscire, in modo da farli spostare.

Adesso si sono convinti che parcheggiando le loro macchine in un posto auto che fa parte di una casa in vendita, quel parcheggio sia diventato automaticamente il loro, insieme ad un diritto di passaggio che si sono attribuiti “così”, a voce, senza fare niente, senza dire niente, esattamente come fanno i cani che pisciano, marcano il territorio e li si stabiliscono.

Stasera, una delle auto era parcheggiata nel posto auto in questione. C’è stato forte vento e due coppi della tettoia sono volati giù, direttamente sul cofano dell’auto nuova di una moglie delle due coppie usurpatrici.

Lei ha urlato al marito: “adesso basta, il proprietario dovrà pagare i danni”.

IO BOH.

Sto ancora pensando alla poesia del momento drammatico che è stato ricco di pathos; lei che urlava al marito e io che guardavo col sorriso stampato mentre sorseggiavo uno spritz in veranda.

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Luca

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