Storie dal vicinato

I vicini da circo – Parte 1 (La posta)

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Vivo in un condominio di sei piani con 4 appartamenti ciascuno per un totale di 24 famiglie.

In ogni piano ci sono dei “casi da circo” (chiamiamoli così) veramente particolari.
Iniziamo con questo post dal terzo piano.

Famiglia composta da 4 persone, madre insegnante, lui militare e 2 figli, un maschio e una femmina.
Probabilmente dovrò dividere i racconti sul terzo piano in più parti, perché sono dei casi assurdi.

Partiamo dal caso della posta. Sfortunatamente, senza essere imparentati, noi e quelli del terzo piano portiamo lo stesso cognome e capita molto spesso che il postino o i corrieri sbaglino a mettere la posta o a suonare al citofono.

Al di là del fatto che quando le nostre missive vanno a loro, specialmente bollette ecc., aspettano i comodi loro per infilarle nella nostra buca delle lettere (in qualche occasione ci hanno ridato le bollette a pochi giorni dalla scadenza), il problema più grosso sono i pacchi. Ammetto che in un caso per errore aprimmo un loro pacco, perché pure noi avevamo fatto un ordine online e, rendendoci conto che non era nostro, lo avevamo riportato subito al proprietario scusandoci per l’errore.
Reazione?

“Siete criminali! Se poi la scatola è rovinata (scatola perfettamente intatta, persino pacco esterno aperto con cura) me lo ripagate voi!”, e insulti vari.
Secondo pacco, memori di questo episodio, leggiamo e andiamo a consegnarlo senza aprirlo vedendo che non era nostro.
Risultato n.2?

In casa non c’era nessuno, torniamo il giorno dopo e quello dopo, al quarto ritornano (forse erano partiti) e la reazione: “Adesso mi riportate il pacco? Mi raccomando prendetevela comoda, tanto mica lo avrete comprato voi!”, e vari insulti pesanti.
Pacco numero tre stessa storia, solo che il figlio che ha avuto problemi per via dei genitori (altra storia lugubre) non ci ha aperto per tre giorni e via con gli insulti.

Loro in più occasioni, quando hanno ricevuto un nostro pacco, lo hanno fatto rimandare indietro o ci hanno consegnato il bollettino di giacenza a un giorno dalla scadenza, o peggio ancora hanno urlato al postino le peggio cose perché non era roba loro.

Una volta hanno aperto un mio pacco e vedendo non era loro lo hanno abbandonato in mezzo alle scale aperto, segna degnarsi di dire nulla. Quando abbiamo chiesto spiegazioni ci hanno detto: “Mica è roba mia, e poi anche se succede qualcosa che problema ci sta? Tanto se qualcosa si rovina vostro padre i soldi li ha” (queste uscite le faceva da molto prima dell’episodio del pacco aperto per errore).

Morale della favola?

Da anni ci rifiutiamo di ritirargli i pacchi, quando il postino si sbaglia gli diciamo: “Non è il nostro e non siamo parenti, mi spiace”.
Direte è finita qui, invece no.

Per un periodo si sono ingegnati dicendo al corriere che era un pacco per “nome mio” o “di mia sorella” per farceli ritirare con l’inganno.
Ora stiamo sempre con l’ansia che le cose arrivino in ritardo o altro. Ma si può?

Parte 2 – Il garage
Parte 3 – La moglie
Parte 4 – I figli

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Luca

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