L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato, Vicini chiassosi

Il batterista

Più di una volta sono venuti i vigili e carabinieri a controllare cosa facessimo nel garage, anche perché qualcuno aveva messo in giro la voce che lo usassimo come “cannatoio“, quando io non ho mai toccato né una canna, né una sigaretta in vita mia. Non hanno mai potuto fare nulla, solo una volta ci hanno detto di far più piano perché un vicino aveva chiamato dicendo che il rumore era tale per cui tremavano i muri: falso! Come ho detto, il rumore proveniente dal garage era quasi zero e da questo punto di vista avevo diverse testimonianze.

La parte divertente della storia comincia quando uno dei figli del vicino (poco più piccolo di me) aveva cominciato ad avvicinarsi al garage. L’avevamo fatto entrare ed ero stupito di come lui avesse cominciato ad apprezzare la musica che facevamo, soprattutto, aveva cominciato ad apprezzare la mia batteria. Passava il tempo a fissarmi con ammirazione e in breve tempo era diventato una figura fissa mentre facevamo le prove.

Ecco un altro VDI:   mosche bianche

Arriva un giorno, in estate, in cui veniamo ingaggiati per una festa all’aperto. Non era il nostro primo “concerto”, ma all’interno del parco in cui avremmo suonato sapevamo che ci sarebbe stata mezza città e di conseguenza un pubblico a cui non eravamo abituati. Era una grande manifestazione cittadina con tanti stand, palchi per concerti, per il liscio ecc. Oltre a noi, ci sarebbero state altre band e noi avevamo il compito di aprire il concerto.

Saliamo sul palco, ci saranno state 400/500 persone evito di guardare troppo la gente, ma il mio sguardo finisce….. sul mio vicino. Era li, in prima linea, con la faccia incazzata dura. Mi ha guardato con odio (non capirò mai il motivo di tanto astio). La prima cosa che ho pensato è che da quel momento, avremmo dovuto schivare pomodori e cavolfiori, poi mi sono accorto che il figlio del vicino era li, di fianco al padre e subito dopo mi accorgo che c’è anche la madre ed il fratellino. Il ragazzo era entusiasta e non vedeva l’ora che cominciassimo il primo pezzo, mentre il padre era una maschera di rabbia. Non so se essere felice o preoccupato.

Ecco un altro VDI:   Non se ne vuole andare

Partiamo con la prima canzone, ricordo che era Crazy Train di Ozzy Osbourne e va alla grande: il nostro chitarrista “fumava” sulle corde come Zack Wild .. sul finale vedo la gente che applaude e urla. Lo sguardo torna sul VDI e la sua famiglia; lui immobile, mentre il resto della famiglia applaude, sorride, salta urlano “VAIIII GIAKY” (Giacomo, si, sono io).

continua su pagina 3

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