Il vicino infame è quello che s’è magnato un fischietto
Vi spiego: vivo in un appartamento con un giardino a piano terra di un condominio con un cane di piccola taglia.
Il cane ha libero accesso a casa e giardino e si muove dentro e fuori come vuole. Quando è in giardino, capita che abbai ad altri cani di passaggio.
Mi sono informata e, per quanto la cosa probabilmente non sia gradevole per chi non ha cani/non li ama/gli stanno sui maroni, non ci sono gli estremi perché la situazione crei oggettivamente disturbo: il cane non viene mai lasciato solo o incustodito, né fuori ne dentro, io intervengo costantemente quando abbaia per farlo smettere, non parliamo di un abbaio continuativo, ma di episodi, quantificabili non in minuti come durata, ma in secondi, e in ogni caso mai in orario notturno (ma di questo parleremo poi).
I nostri acerrimi nemici nel quartiere sono la coppia del palazzo a fianco, da me affettuosamente soprannominati ‘Rosa e Olindo’.
Hanno due terrazzi che si affacciano sul mio portico ed un lato del mio giardino e, tra le migliaia di cose/persone/nomi/fiumi/città che gli stanno sul cu*o, ci sono i cani. Il mio cane in particolare.
Combattono la loro personale battaglia a suon di battiti di mani (lei) e poderosi fischi (lui). Un cane abbaia ad un chilometro di distanza? Lui esce sul terrazzino e fischia. Come se servisse a qualcosa. La sera tardi i gatti in amore da qualche parte del quartiere smaronano? Loro escono e battono le mani.
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