La cosa che mi fa sorridere è il modo in cui mi guarda quando lo incontro: mi fissa e mi segue con lo sguardo come una telecamera con sensore di movimento. Aggrotta le ciglia nel tentativo di fare lo “sguardo laser” e accenna una bocca a culo di gallina che probabilmente è il suo cavallo di battaglia.
Mi ricorda il mago Forest, ma senza pizzetto.
Quello che voglio raccontare è l’incontro che ho avuto con lui sotto il porticato:
Arrivavo con delle borse della spesa. Senza trucco, capelli arruffati, vestita con una tuta da ginnastica improponibile (ma comoda). Ero più simile alla Maga Magò che ad una donna. Me lo trovo davanti.
Mi saluta con un “ciao” e giuro (giuro!) stavo per rispondergli: “Chechi Yuri -Yuri-Chechi” ma sono riuscita a trattenermi.
Lui gonfia il petto cercando di far entrare nei suo polmoni tutta l’aria del quartiere.
Occhi che sembrano 2 mocassini e l’immancabile bocca a culo di gallina. Mi guarda come se non avesse mai visto una donna (e in effetti, difficilmente può aver visto una donna in quelle condizioni).
Mi sento quasi a disagio per come sono messa, ma lui continua con quel fare il “piacione”. Ad ogni mio sguardo cambia posa e io comincio a ridere dentro, perché mi sembra il mago Forrest che imita Posaman di Lillo.
Ogni volta un movimento diverso per mettere in risalto i suoi muscoletti.
Voce suadente, profonda mi dice:
“Come va?”
Mai domanda più banale mi fu fatta, ma cercando di trattenere le risate, mi esce un:
“bene, grazie”, ma non vado oltre perché faccio fatica a non ridere e lui se ne accorge (mi aspetto da un momento all’altro che si tolga la maschera e che mi dica “sono Lillo”).
“Ti vedo allegra, sono felice per te”
Io mi riprendo, per paura di offenderlo gli dico: “eh, si scusa ma stavo pensando ad una cosa buffa”.
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