Lui prende la palla al balzo: “cosa?”
“A te caz*o, a te!”
Era quello che avrei voluto dirgli, invece non so cosa rispondere e me ne esco con:
“ma no, niente, pensavo ad una cosa che mi ha scritto prima una mia amica”.
Spero che abbocchi alla scusa e spero che a quel punto mi saluti senza proseguire oltre.
Lui mi parte con:
“Senti ma…” e niente, io figlia della tv anni 90 rivedo il Conte Uguccione di “Mai Dire Gol” e ricomincio a ridere, ho le lacrime agli occhi, ci mancava Uguccione.
Lui continua a guardarmi e ormai lo sguardo laser ha lasciato il posto a una faccia stupita e interdetta che cerca di capire cosa mi stia succedendo e perché sono così divertita. Secondo me, in fondo ha capito che è il suo modo di fare che mi sta facendo morire dal ridere, però lui è molto sicuro di sé, quindi prosegue:
“Cosa ne dici se ci vediamo uno di questi giorni per un caffè?”
Mi ricompongo e cerco di darmi un tono. Posaman, vestito come Uguccione, mi sta invitando a prendere un caffè con la faccia del mago Forrest ed il fisico palestrato???
È una scena surreale, ma siccome sono stronza, continuo a smorzare le risate tra intestino e pancreas. Cerco di essere seria. Una vocina mi dice:
“Laura, non fare la stupida, rispondi seriamente”. Schiarisco la voce e cerco togliermi quel sorriso ebete ormai stampato indelebilmente sulla mia faccia.
Non so che altro dire in quel momento.
Lui è davanti a me immobile che mi guarda negli occhi e improvvisamente gli parte un’altra posa.
E’ troppo anche per il mio pancreas che cede; ho un attacco di “ridarella” anche se cerco di trattenermi ancora. Rispondo alla vocina dentro di me: “ma come faccio a non ridere? Ma lo vedi?”
Lui, imperturbabile: “ma si dai, in amicizia, un caffè e nient’altro”.
Ora mi faccio più seria (per modo di dire), penso come mai, uno che frequenta modelle e il jet-set internazionale, chieda a una sfigata come me, se ho voglia di andare a prendere un caffè. Qualtorna non cosa!
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