L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Il parchetto

Viviamo in un complesso di 30 villette. Nonostante l’assenza di spese condominiali o altri vincoli comuni, ci lega un forte senso di appartenenza e collaborazione.

Un elemento centrale del nostro comprensorio è il parco pubblico, un’area verde che, a causa di anni di trascuratezza dovuta alla cattiva gestione amministrativa del Comune, versava in stato di abbandono.

Davanti a questo scenario desolante, io e mio marito abbiamo deciso di non rimanere inerti. Spinti dal desiderio di creare uno spazio verde fruibile per tutti, ci siamo fatti avanti come volontari per la riqualificazione del parco.

Il nostro impegno non si è limitato a rimboccarci le maniche e a dedicare tempo e fatica al lavoro manuale; abbiamo anche provveduto a regolarizzare la nostra posizione, registrandoci presso il Comune per svolgere le attività di volontariato in modo trasparente e responsabile.

Bene, dal 2012 al 2019 è sempre andato tutto liscio, abbiamo sempre tagliato parco e siepi e tenuto tutto pulito per far sì che i bambini possano andare a giocarci.

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Non abbiamo mai visto un vicino venire a tagliare una volta il parco nonostante tutti abbiano figli, ma non importa, noi siamo persone a cui piace l’ordine e la pulizia e quindi lo facciamo volentieri.

Preciso che in quegli anni mio marito era senza lavoro, poi capirete il perché.

Arriva il problema della pandemia (2020).

Tanti dei miei vicini vanno in cassa integrazione e rischiano di perdere il lavoro, e ci finisce pure il marito della VDI.

Quest’ultimo pensa bene di “spuntare” un pezzo di siepe, facendosi vedere da tutto il vicinato dicendo che era troppo alta e chiamando in Comune per raccogliere i presunti resti di ‘sta siepe (è lunga 50 m alta 1.80 d’inverno quando smettiamo di tagliarla, in primavera viene abbassata a 1.5m)

Lui ha tagliato solo i primi 3m di siepe mentre gli altri no.

Arriva l’operaio a raccogliere e il marito della VDI si loda dicendo che ha fatto tutto lui, che è in crisi con il lavoro, e se può essere assunto in Comune. Il dipendente gli dice che con l’organico sono a posto.

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Nel frattempo fanno un concorso per operaio comunale. Mio marito partecipa e lo vince, e quindi ora lavora in Comune.
Però teniamo lo stesso la gestione del parco come volontari.

Qui interviene la VDI:

Mossa da un’invidia assurda per il nuovo lavoro di mio marito, escogita un piano perfido per metterlo in cattiva luce con i suoi superiori. Ignorando completamente le regole del concorso pubblico, convince se stessa che il vicino sia stato assunto grazie a raccomandazioni e favoritismi.

Armata di telefono e rancore, la VDI chiama il Comune e denuncia la sporcizia e l’incuria del parco pubblico. Pretende con arroganza l’intervento immediato degli operai, tra cui, ovviamente, mio marito cercando di mettere in cattiva luce il suo operato e sottolineanmdo come, fino a quel momento nessuno si sia occupato della manutenzione del parco, se non il suo coniuge.

I piani della VDI sono falliti miseramente: il capo ufficio e il Sindaco, conoscendo bene la dedizione e l’efficienza di mio marito, non sono caduti nella trappola della VDI che avrebbe voluto in qualche modo far perdere il lavoro a mio marito.

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Con una dose di ironia e fermezza, le hanno comunicato che se non le va bene il modo in cui lui e gli altri operai comunali lavorano, può tranquillamente rimboccarsi le maniche e fare la sua parte per il bene del parco.

Insomma, voleva far perdere il lavoro a mio marito per fare assumere il suo… assurdo!

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