L'erba del vicino non è sempre più verde

Storie dal vicinato

Il playboy

Era quasi mezzogiorno quando è cominciato il casino.

Come sempre rumore di passi che finiscono in camera da letto e poi, letto che cigola colpi e urla e il classici rumori di chi di da dentro come se non ci fosse un domani. Per spiegare bene questa storia, devo essere sincera e anche se mi imbarazza un po’ scriverlo, cercherò di dire la verità: mi è capitato qualche volta di fantasticare in quei momenti pensando a lui e pensando a quello che succedeva sulla mia testa.

Quel giorno però, le solite urla di piacere si sono trasformate in un incubo. La moglie è tornata a casa e gli ha fatto una sorpresa. Da quel momento i rumori sono diventati infernali. Ho sentito le 2 donne e l’uomo urlare come pazzi. Credo che la moglie sia stata piuttosto manesca, a giudicare dagli strilli che ho sentito e dalle poche parole che si capivano distintamente tra le urla che si accavallavano. Da li è stata una escalation di grida, parolacce di ogni genere, porte che sbattevano e oggetti che volavano e si infrangevano contro la pareti e il pavimento.

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Lei gli ha urlato di andarsene di casa, urlava con tutta se stessa. Poi, la cosa quasi tragicomica quando ha cominciato a buttare giù dalle scale le cose di lui. Visto il trambusto mi sono affacciata ho visto il suo prezioso portatile rotolare fino ai miei piedi, seguito da oggetti di diverso tipo. A quel punto sono rientrata in casa e per un’oretta ancora, ho sentito urla e cose buttate per le scale, poi più nulla… Ho trovato la scena un po’ ridicola, ma mi sono messa a lavorare, senza pensarci troppo, immersa in un raro silenzio.

La mattina dopo sento suonare il citofono e vado a rispondere. “sono nomedelvicino non riesco ad entrare in casa, mia moglie non mi apre e non ho le chiavi”. Istintivamente apro il cancello e pochi secondi dopo, lui è davanti alla mia porta. Apro. “ciao, scusa, ma non so come fare. Non ho soldi, non ho documenti, non ho le chiavi di casa e neanche quelle della macchina”.

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