Ho provato con i tappi.
Poi con il cuscino in testa.
Poi con le playlist di pioggia su Spotify.
Niente.
Il rumore passava tutto.
Una notte ho contato: 23 secondi di silenzio, 8 secondi di ruggito.
A volte cambiava tonalità, tipo motosega che passa dal tronco al ramo.
Una volta ha pure fatto un rumore simile a un clacson in lontananza.
Mi svegliavo distrutto.
Lui scendeva fresco, in camicia stirata, pronto a segnalare che avevo lasciato socchiusa la porta del contatore.
Un giorno ho pensato di dirglielo.
Poi ho capito che era inutile.
Per lui il rumore è solo quello degli altri.
Il suo, evidentemente, è sonno profondo.
Ora vado a dormire con due cuscini sulla faccia e Spotify a palla.
E se capita che lascio cadere qualcosa alle otto del mattino, non mi scuso più.
Semplicemente… mi sento in pareggio.
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