Categories: Storie dal vicinato

Il threesome sul vialetto ed il post interruptus.

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Va bene.

Riprendo a scrivere il post interruptus (capitolo 27 e 1/2) a seguito di richiesta in pieno stile “fanservice”.

Ma vi avviso, non è detto che il racconto finisca bene come “Mysery non deve morire”.

Nelle puntate precedenti…

A fine luglio sono partito per il mare, ho abbandonato momentaneamente i racconti sui personaggi del mio condominio e ho descritto in parte i personaggi che popolano il piccolo borgo croato dove vado abitualmente in vacanza.

Nell’ultimo post sul tema “vicini del mare” stavo affrontando una passeggiata serale coi cani verso le 23:00 in una strada buia a poche decine di metri da casa.

…Arrivo nei pressi di una casetta sulla sinistra che vedo dalla finestra di casa: ho sempre pensato fosse abbandonata.

La casa è una sorta di bifamiliare sviluppata tutta su un piano: la parte di sinistra è diroccata, il tetto è sfondato e davanti all’ingresso c’è un cumulo di macerie sul quale è cresciuta anche della vegetazione. La parte di destra è circondata da un muro di cinta in mattoni grezzi di color grigio. Dall’esterno il muro è alto un paio di metri, ma i tre gradini parzialmente sepolti dai rovi mi fanno pensare che dall’interno sia più basso. A congiungere il muro e la casa, in alto, c’è una tettoia in legno, anch’essa logorata dal tempo.

Davanti all’abitazione è parcheggiato un vecchio Malaguti Phantom di colore nero. Poco prima è parcheggiata una vecchia auto grigia tutta ammaccata.

Appoggiato al muro ci sono tre teli mare bianchi e rossi della Marlboro.

Evidentemente la casa non è disabitata, è solo mal tenuta ed utilizzata raramente.

Sono fermo davanti… i cani stanno annusando il terreno, poco prima avevamo visto passare dei gatti.

Da dietro al muro sbuca improvvisamente una testa bionda, di nuca, sembra di una ragazza, poi scompare, poi risale… poi scompare

Ma che cazz…

Mi ricorda quel vecchio gioco dove dei pesciolini aprivano la bocca ritmicamente su una piattaforma girevole e tu li dovevi pescare con la lenza e la calamita…

Poi spunta la testa di un’altra ragazza, sempre bionda, ma con i capelli più corti… sembra svestita, si affaccia e si appoggia con le mani al muro…

Mi vede, credo, ma la cosa la lascia completamente indifferente.

Ha una strana espressione in volto, sembra sofferente…. no aspetta un attimo… tutt’altro, ora sembra un’espressione di gioia, sorride e…. e poi scompare dietro il muro…nuovamente.

Poi sbuca la testa di un ragazzo…

Non ho capito quanta gente ci sia, ma sono almeno tre e sembra si stiano divertendo, complici le bottiglie di birra vuote allineate sulla parte sinistra del muro…

Sbucano di nuovo il ragazzo e una delle due ragazze lui la……ero arrivato qui….

Ora non mi ricordo più come finiva però.

Potrei però inventarmi e raccontarvi un finale alternativo in cui spunta Goran in perizoma pronto per… no, no, no meglio di no.

Scherzo, eravamo rimasti qui:

Sbucano di nuovo il ragazzo e la ragazza con i capelli più lunghi, lei sembra un po’ più alta di lui, gli sta dando le spalle; lui ancora vestito della sua maglia bianca con il logo dell’Hajduc Split e la scritta 1950 sul petto (maglia della Torcida Split, un gruppo di tifosi della squadra di Spalato) le sposta i lunghi capelli di lato lasciandole scoperta la schiena, le sfiora la nuca con entrambe le mani e poi inizia a baciarle il collo…si appoggia completamente a lei, i profili dei loro corpi disegnano una mezza luna.

Improvvisamente la tira verso di se tirandola per le spalle portando entrambi in posizione eretta.

Hanno entrambi le classiche espressioni facciali che si assumono in quei momenti.

Dal sorriso sono passati ad un’espressione più contratta.

Si muovono ritmicamente e non sto parlando di danza.

L’altra ragazza non si vede più (dov’è?), ma dopo poco, eccola salire e abbracciare il ragazzo da dietro.

Lui si gira con una mezza torsione del busto mantenendo invariata la posizione e la bacia appassionatamente sulle labbra. Le mani della ragazza coi capelli corti esplorano entrambi i corpi avanti a loro.

(cazzo sto scrivendo come in un romanzo Harmony!)

Illuminati da un piccolo lampioncino a led, nella penombra questi tre ragazzi, forse un po’ brilli, stanno dando sfogo ai loro istinti primordiali ed ai loro desideri più intimi.

Stupore, sana invidia maschile per quel giovane ragazzetto e allo stesso tempo imbarazzo… ovviamente tanto imbarazzo.

Sto assistendo ad un film a luci rosse con lo schermo censurato in orizzontale per più di metà dal muro di cemento grigio…maledetta censura, come se non bastasse i film di genere “soft porn” mi hanno sempre fatto incazzare.

Ma non mi vedono?

E io perché sono ancora lì e non me ne vado facendomi i cazzi miei come dovrebbe essere?

Non mi vedono perché sono protetto dal fascio di luce generato dal piccolo lampione acceso e appoggiato a filo del muro di casa che illumina solo verso l’interno.

Sono lì fermo perché, perché?, non so perché, non so, perché?, non so perché… sono fatti miei.

Non me ne vado perché se mi muovessi sicuramente col peso o col movimento leggiadro mio o dei miei cani avremmo spezzato qualche ramo e calpestato le decine di carrube secche a terra e mi avrebbero di certo sentito.

Non volevo disturbarli ovvio, non volevo essere visto perché non volevo passare dalla parte guardone, maniaco o qualsiasi altra definizione adatta per descrivermi in quel momento. Ma in quei momenti è effettivamente difficile distogliere lo sguardo.

Si!! Forse la mia salvezza, la mia possibilità di allontanarmi.

Arriva un auto da lontano, spero passi lì davanti giusto per permettermi di muovermi.

L’auto fa il giro del porticciolo e intraprende la salita, rallenta e si ferma 2 o 3 metri prima dell’ingresso dell’abitazione.

Scendono un uomo e una donna sbattendo le porte…. aprono il bagagliaio…

Posso muovermi finalmente!

I ragazzi si accorgono dell’arrivo, l’idillio e il momento di massimo erotismo si interrompono bruscamente.

Si affrettano, parlano velocemente e sottovoce in croato non capisco cosa si stiano dicendo capisco solo: “Doći”, “Idemo” e “Brzo” (vieni! Andiamo! Veloce!). Sono agitati.

Il ragazzetto raccoglie alcuni stracci scavalca il muro e sale sul motorino…

Le ragazze escono correndo con le ciabatte e poche cose in mano e salgono in macchina.

In trenta secondi sono fuggiti con auto e motorino salendo velocemente per la strada che si arrampica sulla collina.

La coppia di signori croati è stranita, non fa in tempo a dir loro nulla. Ma chi erano?

Erano appena sbarcati sull’isola i veri padroni di casa e avevano nuovamente interruptus il coitum di quei tre ragazzi…questa volta veramente…

Attoniti, non hanno ben capito cosa stessero facendo quei tre ragazzi, hanno forse solo pensato che stessero usando il loro giardino per una festa abusiva… e che festa …

Io sono già almeno trenta passi più in giù, tornando verso casa…

Sento il cane di Rozmarin abbaiare, infastidito dal rumore dei mezzi.

La luce della casa della signora belga che vaga col passeggino è accesa….il passeggino non c’è davanti casa quindi presumo che lei sia ancora in giro visto che lo abbandona sempre lì davanti ai gradini d’ingresso tanto nessuno oserebbe mai toccarlo…

Sento il cigolio….. quel dannato cigolio….. sta scendendo anche lei dalla strada…

Mi guarda.

La sua espressione sembra beffarda.

Voglio pensare che anche lei abbia visto tutto….anche più del sottoscritto.

#unavitaadepisodi

**Storia pubblicata con l’autorizzazione del genio di Massimo Atzeni 

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