Innamorato perso della mia vicina di casa. Io single, lei sposatissima.
Abbiamo una relazione clandestina da diverso tempo e vi assicuro che la cosa è veramente molto difficile da gestire perché ad ogni passo che facciamo, abbiamo mezzo palazzo che ci guarda, perché quando ci incrociamo facciamo finta di non vederci, perché riusciamo ad incontrarci nella clandestinità molto raramente.
Viviamo vicini ma spesso siamo molto lontani.
Così capita che una sera in cui abbiamo particolarmente voglia di intimità decidiamo di sfidare la sorte, il palazzo ed il paese ed usciamo di casa completamente bardati. Mi rendo conto di essere ridicolo: con il caldo che fa ho un cappello, occhiali da sole (alle 11 di sera), un cappotto lungo a coprire dei pantaloncini corti e una maglietta. Ci saranno 30 gradi, ma ne percepisco 50.
Appuntamento in un parcheggio, faccio qualche km. Arrivo da lei. La mia macchina da troppo nell’occhio, prendiamo la sua utilitaria. Salgo. Lei ha una parrucca bionda e gli occhiali da sole. Sembriamo davvero due deficienti.
Per fortuna appena ci vediamo scatta una risata. Cerchiamo un posto tranquillo dove appartarci. Alla fine andiamo verso la campagna, prendiamo una stradina e ci fermiamo in un punto ben nascosto dalla vegetazione.
Proprio nel mentre… vediamo dei fari avvicinarsi. Cerchiamo di rivestirci in fretta e poco dopo sentiamo bussare ad un finestrino. Il cuore in gola, e penso “cazzo, il marito”, una torcia ci illumina i visi, passando dal mio al suo e sentiamo una voce: “carabinieri, apra il finestrino”.
Da un certo punto di vista è un sollievo: fosse stato il marito sarebbe stato peggio. Ci rivestiamo frettolosamente. Il più anziano dei due ci chiede i documenti.
“Dove abitate?” mentre porgo i miei documenti dico “via rossi 1”, lei quasi contemporaneamente: “via rossi 1”. I carabinieri ci guardano: “ma abitate insieme?”
io: “eh no… veramente, sa, noi…”
Il carabiniere più anziano: “ah non importa, ma non mi sembrate due ragazzini, mi chiedo che motivo avete di venire ad imboscarvi”
Lei “e… è che a casa non possiamo perché vede io… ecco…”
Il carabiniere la interrompe: “si si, capito la situazione”. A quel punto ci riconsegna i documenti e ci dice: “divertitevi, buona serata”.
Non so cosa abbiano capito, ma se ne vanno. Per noi la serata è finita, usciamo dalla macchina a prendere aria e ripartiamo successivamente verso il parcheggio.
Il mattino dopo, la incontro, insieme a noi c’è un altro vicino. Io come al solito faccio finta di nulla. Lui la guarda ridendo e le dice: “ti sei infrattata ieri sera?”
Mi sento male, come fa a saperlo? È forse amico dei carabinieri?
Lei sprofonda io sto per svenire e lei comincia con un “no, no, io, no, ma cosa dici? Ma perchè?” Il vicino si fa una grassa risata e se ne va, io rimango, ancora una volta di stucco e non riesco a dirle una parola. La saluto con un “ciao” prima di andare.
Solo qualche giorno dopo ho saputo, proprio da lei, che nel ripartire da dove ci eravamo appartati ha preso dentro rami e ramoscelli. Questi si sono incastrati tra il parafango e il bagagliaio. È andata in giro con una sorta di liana o meglio un pezzo di cespuglio che penzolava dall’auto facendo ridere tutto il paese.
Il marito non si è mai accorto di nulla….
Non mi giudicate, non sono nè il primo nè sarò l’ultimo amante. Io sono seriamente innamorato di lei e il suo matrimonio sta giungendo al termine perchè quello dell’avere un amante è solo l’ultimo dei problemi in una storia fallimentare.
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