Ma solo io sono il problema evidentemente. Il fesso, l’ultimo arrivato.
E vi risparmio la descrizione dei toni e delle parole utilizzati. Gli è andata bene che siamo persone estremamente cortesi, buone e pacifiche che praticano la non violenza (fisica, verbale dipende).
In cabina di regia ci sono sicuramente altre persone, ma hanno preferito avvalersi di un frontman un po’ eccentrico, come i Maneskin.
Dunque, noi (parlo al plurale perché ho incidentalmente tirato dentro anche dei familiari in sta storia) abbiamo provato a dipingere la canalina e a deviare il tubo a sinistra con una curva, oggettivamente orrenda, ma difficilmente evitabile.
Ma è scoppiato un altro moto di ribellione e ora dobbiamo, con una pendenza rischiosa ma credo e spero funzionale, entrare in grondaia in alto.
L’amministratore condominiale era d’accordo col nostro lavoro fin dall’inizio. Ma pur di non creare problemi con questa persona ci ha per l’appunto chiesto di provvedere diversamente venendoci addirittura incontro con le spese.
Rendiamoci conto.
Pregate per me, in questi giorni dovrebbe finire tutto.
E poi andrò a vivere lì, già con un esaurimento nervoso sfiorato.
E cosa farò per “vendetta”? Mi offrirò per fare lavoretti gratis per il condominio. Perché sono per l’appunto fesso e tendo a restituire fiori a chi mi lancia escrementi.
Per lo meno nel gruppo Whatsapp del condominio (sì, esiste) ho blastato chi dovevo blastare, il quale peraltro dubito coglierà.
Anzi doppiamente fesso io a perderci ulteriore tempo. Il gap è lo stesso che c’è tra Umberto Eco e la sbarra del Telepass di Milano Ghisolfa.
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