Il vicino infame è quello che in pieno lockdown n°1, quando ancora non era possibile spostarsi nelle seconde proprietà, decide a marzo di andarsene al mare con tutta la famiglia fino alla fine dell’anno. Lascia quindi dietro di sé un frigorifero stracolmo di carne e pesce surgelati. Può capitare a tutti di avere sfortuna: verso giugno il condominio va in cortocircuito o chissà che altro, ed il frigorifero viene lasciato al suo umile destino di arma batteriologica.
Tempo una settimana e il condominio è completamente sommerso (sì, sommerso, perché assicuro che è un odore fisicamente palpabile) dall’olezzo di cadavere in putrefazione. Avvertito prontamente, il vicino si rifiuta di intervenire, di spedire le chiavi ad un parente o amico o comunque di prendere qualsiasi tipo di provvedimento, perché non vuole lasciare la sua seconda abitazione per evitare multe. E niente, alla fine la pizzeria che sta all’angolo (eh già, esterna al condominio e nemmeno appiccicata, dista di una decina di metri) ha minacciato di chiamare i pompieri per verificare che non ci fosse davvero un cadavere dentro l’appartamento. Non contenti, decidendo infine di far ritorno, mollano il sarcofago sul pianerottolo per 48 lunghissime ore. La visione ancora mi tormenta.
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