Nessuno… nessuno osa più avvicinarsi a quella casa che suscita una sensazione di vaga inquietudine. Soprattutto di notte quando nel buio completo del loro giardino si aggira Cujo/Ivan il terribile XXXII.
La casa non è proprio sul ciglio della strada, è dietro una sorta di aiuola larga quattro, cinque metri al massimo e per arrivarci si imbocca una stradina che procede parallela alla via principale.
Nessuno conosce o parla con quelle tre persone.
Il padrone di porchettocane un giorno ebbe la malaugurata idea di entrare persino nel campo incolto di loro proprietà in quanto il cane voleva andare a concimarlo ed è stato minacciato con una doppietta da caccia da una delle due donne rigorosamente in sottoveste.
“Casso féto? Fora dai cojoni o te impalino l’oseo” (cazzo fai? Fuori di qui o ti impallino i genitali).
Quando mi ha raccontato questo episodio, il padrone di porchettocane mi ha detto che gli abitanti della casa sono tre fratelli, orfani da qualche anno di entrambi i genitori, ma della esatta morte dei genitori nessuno nella zona ha saputo mai nulla.
Quando il giardino della casa era popolato dagli animali le mamme coi bambini nel passeggino si fermavano a guardare una volta le galline, una volta le anatre.
Il giorno dopo, i proprietari affiggevano un cartello chiedendo di non avvicinarsi alla loro proprietà.
Il messaggio veniva ignorato e per evitare che si avvicinassero nuovamente le persone, gli animali venivano via via uccisi.
Oggi non ci sono superstiti. Nemmeno il gallo con l’orario sbagliato. Cantava sempre alle 17.00.
Forse era un gallo inglese che ci ricordava il Tea Time!
Ma la loro fissazione per la privacy si manifestò in altri episodi.
Delle bambine andarono ad annusare le rose che sbucavano dalla rete. Il roseto venne reciso.
Davide
La traduzione indica chiaramente che la casa é in Veneto ( azzarderei a dire in provincia di Vicenza ), in che zona se posso chiedere ?