Gli amici, seduti al tavolo, osservano la scena in silenzio, con la bocca aperta.

Per qualche strano motivo, tutti rimangono bloccati nella stessa posizione in cui si trovavano prima che la donna entrasse, come congelati nel tempo.

Io non so esattamente cosa fare, né cosa dire, così è lei che parla: “ho solo bisogno di fare una doccia, non ho l’acqua, ho chiesto ad un altro vicino, ma non mi ha fatto entrare, così sono venuta da voi”.

Qualsiasi persona di buon senso avrebbe trovato una scusa, ma io, per non so quale motivo, feci strada alla signora e l’accompagnai nel bagno, mentre gli amici continuavano ad essere “freezati”. Ammetto che ero un po’ rintronato (ma sicuramente anche a causa dell’alcol). Arrivato nel bagno, mi scuso subito perché sembra una latrina della prima guerra mondiale, ma lei mi risponde che è perfetto. Le faccio vedere dove c’è il bagnoschiuma, lo shampoo, l’asciugacapelli e chiudo la porta lasciando la donna nel bagno,

Torno nella sala, i ragazzi si sono “svegliati”, immediatamente mi hanno assalito, dicendo che la cosa poteva essere pericolosa, che magari era una tizia che voleva derubarci, che nessuno di loro l’aveva mai vista nello stabile. Uno di loro aprì i cassetti della cucina, tolse tutti i coltelli e li nascose sotto i cuscini del divano.
Sentivamo l’acqua scorrere e vedevo gli amici con espressioni che cambiavano continuamente, dal divertito al terrorizzato.

Tra di noi cominciammo a fare battute tra serio ed il faceto: se fosse stata una strega? Un vampiro? Una terrorista? Se fosse stata una ladra? Se avesse avuto dei complici da far entrare dalla finestra del bagno? Se ci avesse ipnotizzati tutti? Se fosse una serial killer? Adesso esce dal bagno con una pistola…

Non so, ma non ero così sospettoso, né impaurito. Certo era una situazione strana; una donna di mezz’età che chiede di poter fare una doccia, a notte fonda, in un appartamento dove vivono 5 deficienti bevuti e fumati. Non è una cosa molto “normale”.

Aspettavamo con ansia che finisse la doccia. Tra di noi era sceso il silenzio totale, bisbigliavamo “ecco, ha chiuso l’acqua”, si sta asciugando”.

“Il rumore del phon, ha quasi fatto”.

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