Non un mio vicino, ma una storia che parla di dolce dolce giustizia.
Lavoravo come giardiniere in una località marittima dove alle dalle 12:00 alle 15:00 vige il silenzio per ordinanza comunale. Ogni volta aspettavamo, per scrupolo, le 15:15, dato che si sa che gli orologi non sono mai tutti in orario.
Preparo gli attrezzi, indosso le protezioni e accendo il decespugliatore; pochi secondi dopo, con la coda dell’occhio, noto una signora che si sbraccia dal balcone, e pur non potendo sentire cosa dice capisco dalla gestualità che mi sta lanciando addosso una sassaiola di madonne e santi vari in stile ninja con gli shuriken: so già dove vuole andare a parare, perciò ignoro.
La belva feroce scende in vestaglia e si avvicina al confine che separa il condominio dove sto lavorando dal suo, una poderosa retina di confine alta 80cm, e parandosi di fronte a me mi obbliga a fermare il decespugliatore, più per il rischio che qualche sassolino la colpisca che altro.
“Deficiente! Non ci senti?”
“Buongiorno signora, no non sento con le cuffie, mi dica”
“Sono le tre, non puoi fare sto casino! Idiota!”
“Sono le tre e mezza quasi, e faccio il casino che serve.”
“Il regolamento condominiale dice che fino alle quattro si fa silenzio e adesso te spegni perché mio marito deve dormire!”
“Ah quindi il regolamento del condominio dice che fino alle quattro si fa silenzio? Non lo sapevo”
“Perché sei un idiota di un maleducato!”
“Ma mi dica signora, il regolamento di quale condominio?”
“Del condominio!” Risponde indicando lo stabile alle sue spalle.
“Perché a me sembra di lavorare nel condominio di fronte al suo, dove il regolamento dice che dalle 15:00 posso lavorare. O sbaglio?”
La signora cerca di computare le informazioni e, abbassando lo sguardo, capisce che il sottile confine in metallo e plastica che ci separa divide anche i fusi orari del rumore.
Senza chiedere scusa torna senza fiatare alla porta, col marito in boxer, canotta e fortunatamente nessuna fuoriuscita di monopalla, che si scusa dal balcone indicando il sole e il caldo come causa del nervoso.
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