Domenica mattina, gioco con i cani sul terrazzo.
Che bella giornata c’è oggi, frizzantina ma soleggiata. Quando sento lo scoppiettio di legna arsa del vicino di terreno che manco lo cura, non so neanche perché non voglia venderlo, non ha costruito niente ma non vuole cedere quel fazzoletto di terra che ha.
Vedo cenere cadere sul terrazzo, sui cani, sui vasi di rose etc. Mi avvicino al recinto con gli occhi da dobermann e lo spirito clemente di Gandhi, e chiedo spiegazioni (traduco dal siciliano, che faccio prima):
“Signora che c’è, ha le cose stese?”
“No ma non è questo, il fatto… Però la prossima volta avvisi, così non mi intossico”.
“Ah, vabbè… se non ha le robe stese allora perché si lamenta?”
“A parte che se ci fosse stata mia madre con le cose stese, vi avrebbe ‘vanniato’ (aka ‘urlato contro’) fortissimo. Comunque, la prossima volta, anche un piccolo avviso un po’ prima e stiamo pace”.
Mi guarda stranito, secondo me chiedendosi ancora cosa avessi da protestare visto che non avevo panni ad asciugare, mi dice: “Vabbè, signora, non si preoccupi, buongiorno” e se ne va.
Come dicono gli inglesi, “am I the asshole?”
Ps: I capelli, lavati ieri, già mi puzzano di legna bruciata
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