Storie dal vicinato

La mia odissea nello strazio (pt 2)

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Interludio

Mi prendo una giornata di ferie per finire il trasloco e inizio a montare il tutto dentro casa lasciando aperta la finestra che dà sul cortile comune. Siamo a dicembre, (tenete a mente questa cosa) ma faticando e con il sole sento caldo. Il vicino si avvicina quatto quatto alla finestra e si appoggia iniziando a dirmi come devo fare le cose, come avvitare, di stare attento a non rovinare il muro ecc. Fino a quando non prova ad entrare in casa perché, a suo dire, tutto quello che facevo io sarebbe sbagliato, che sono solo un ragazzino che deve imparare a stare al mondo. Nel momento stesso che lo vedo aprire la porta gli comunico che se fa solo un altro passo gli tiro il martello in testa. Se ne va sconsolato, borbottando.

Girone de li mortacci sua

Finalmente casa mia è pronta e posso entrare. Torno da lavoro, parcheggio l’auto ed entro in casa. Non c’è corrente, fa un freddo boia e non mi arriva acqua. Secondo voi il mitico vicino/proprietario di merda cosa avrà mai fatto? Ha chiuso tutti i contatori perché “pensava” che sarei entrato a fine mese e voleva farmi risparmiare sulle bollette! Il contratto parte dal 1° dicembre. Siamo al 10, l’affitto te l’ho pagato in anticipo anche se non ero d’accordo e secondo te io entro dopo un mese? Ma poi che cazzo te ne frega a te quando entro o se spreco corrente, acqua o gas? Vista l’ora e non avendo voglia di gelarmi il culo tutta sera e notte vado per l’ultima volta a dormire dai miei.
Per un po’ tutto tranquillo.

Decido di pitturare la zona giorno facendola di un giallo leggero e non bianca come l’avevano lasciata i proprietari. Sapendo come sono fatti scelgo di sentire la moglie (tra i due la più ragionevole) per comunicarle che avrei fatto questo genere di lavoro. Lei è d’accordo. Pitturo la sala e dopo 10/15 giorni mi arriva la comunicazione via raccomandata che il proprietario mi diffida per aver pitturato l’appartamento senza permesso. Chiamo nuovamente la moglie ma risponde lui, mi dice che di queste cose devo parlarne con lui, non con lei.
Nel discutere prendo in mano il contratto e gli dico esattamente paragrafo e riga dove c’era scritto che potevo fare questi interventi senza permesso a patto che, una volta uscito di casa, avessi ripitturato tutto come l’avevo trovata. Ammutolito mi sbatte giù il telefono e tanti saluti.

Preludio alla fine

Arriviamo però al momento che mi ha fatto capire che sarei dovuto andare via da lì in tempo record, cosa successa dopo meno di un anno.
Un giorno torno a casa e mi trovo il posto auto pieno di qualunque cosa: sacchi di concime su bancali, sacchi di cemento, una betoniera, mobili vecchi e rotti, assi di legno, tegole. Insomma, una montagna di roba. Chiedo al vicino e mi dice che è tutto roba del padrone di casa che sta svuotando il suo magazzino.
Armato delle peggiori intenzioni mi presento dal vicino per chiedergli spiegazioni e mi dice che ci vorrà una decina di giorni e che posso parcheggiare sulla strada, tanto i posti ci son. Il posto più vicino è a 5 minuti a piedi, non mi interessa la distanza ma il principio. Gli dico che per quei 10 giorni io non solo non pago l’affitto del posto auto, ma che li scalo anche dall’affitto della casa. Logicamente si discute animatamente. Arriva la moglie e come al solito risolve tutto.

Il giorno dopo miracolosamente tutte le sue robe sono sparite, però lo stronzo decide di far parcheggiare al mio posto quelli che devono fare i lavori da lui. Provo ancora una volta a parlare educatamente con lui ma fa orecchie da mercante e mi comunica che succederà massimo 1/2 volte nei prossimi 10 giorni perché devono scaricare materiale edile pesante. Forse è stata colpa mia che sono stato troppo buono. Ho (avevo, all’epoca) 21 anni, penso più a divertirmi che a farmi venire il sangue amaro e quindi porto pazienza, ma la storia si ripete ogni santo giorno per 2 settimane. Torno a casa e trovo il furgoncino parcheggiato, se non devo uscire metto l’auto in strada e poi la sera la riporto in garage. Dopo 2 settimane i lavori sono finiti, ma evidentemente lui prova gusto a rompere i coglioni e parcheggia la sua merdosa macchina al mio posto per poi farsi i cavoli suoi. Ecco, non ci vedo più. Parcheggio la macchina dietro la sua in modo tale che non riesca ad uscire e me ne vado tranquillo a fare un giro in bici. Ci accodo anche aperitivo e cena in giro. Mi chiama il proprietario dalle 19.00 alle 22.00, quando rientro. Mi aspetta davanti a casa dicendomi che non mi devo più azzardare a fare una cosa del genere, che lui se vuole mi caccia sotto un ponte. Insulti e cose varie, ma il momento migliore è quando chiama i carabinieri per farmi portare via la macchina.

Questi si presentano con il carro attrezzi, gli spieghiamo la situazione e i carabinieri lo guardano e gli dicono: “Signore, guardi, la macchina del ragazzo non possiamo portarla via, è nella sua proprietà che paga con un regolare contratto d’affitto. Tutt’al più se il ragazzo vuole, già che siamo qui, possiamo portare via la sua di macchina, visto che sta occupando una proprietà privata. Quindi che vogliamo fare?”.

Fargliela portare via sarebbe la ciliegina sulla torta, ma avevo ho già ottenuto ciò che voglio e alla fine gli dico che l’auto può riprendersela e che il giorno dopo riceverà la mia lettera di disdetta dell’affitto con relativa diffida per i comportamenti tenuti nei miei confronti. Così facendo riesco a disdire l’affitto senza pagare penali per disdetta anticipata e, anzi, riesco ad avere un abbassamento del canone di affitto del 30% per gli ultimi 3 mesi che passo lì.

Girone della merda – Epilogo

Prima che io me ne vada fa un’ultima cosa: decide di piantare dei “bellissimi” fiori (credo che li abbia rubati al cimitero) nelle aiuole in comune, di cui una sotto la mia finestra. Secondo voi in quale gli è cascato il triplo del letame per concimare la terra?
Sono passati 7 anni eppure ogni volta che lo incrocio per strada vorrei dargli una testata.

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Luca

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