Nessuno ci ha chiesto nulla.
Nessuno ci ha avvisato.
La siepe continua ad accorciarsi come se avesse un complesso di inferiorità.
Mia madre ha iniziato a legare dei nastrini colorati sui rami.
Dice che così “si capisce fin dove siamo noi”.
Il giorno dopo ne mancavano tre.
Tolti con precisione.
Nessuno ha detto nulla.
Ora viviamo con la sensazione che il nostro giardino stia venendo gradualmente integrato in un disegno paesaggistico che non ci appartiene.
I vicini passano.
Guardano.
Potano.
Per il bene comune.
E noi restiamo lì.
Col nostro verde ridotto, i bordi lisciati e la vaga impressione che tra un mese ci toseranno anche il gatto.
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