A un mese dal trasloco parliamo della signora Bates (da noi così soprannominata grazie al figlio inquietante che le vive incollato, già incaricato di controllare come e dove parcheggiamo).
Aveva già trovato modo di infilarmisi in casa prima che venissimo ad abitare, dichiarando che sapeva quando andavo e venivo e dandomi ordini sulla gestione del mio futuro alloggio.
Stiamo smaltendo alcuni mobili che i vecchi proprietari ci avevano lasciato, ovviamente dopo l’arrivo dei nuovi. Ieri, dal momento che con la bella stagione passa ore in giardino a fingere di sistemare le piante, ha accalappiato gli operai che stavano portando via un comò (un catorcio irrecuperabile di almeno 70 anni che in due mesi non siamo riusciti a regalare) e con tono di voce da megafono incorporato: “Neppure questo le va bene? Cosa ha che non va? Bisogna scartavetrarlo, ma (tono di voce ulteriormente alzato) queste donne non hanno voglia di lavorare”.
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